Al-Shabaab, la milizia jihadista somala parte del network di al-Qaeda, avrebbe aperto «un centro di cura» per le persone che risultano positive al coronavirus. Questo centro si troverebbe a Jilib, nel Sud del Paese, un’area sotto il loro controllo. Ad annunciarlo Radio Andalus, l’emittente di al-Shabaab, che ha riferito che il gruppo avrebbe anche introdotto una linea telefonica 24 ore su 24 alla quale possono rivolgersi tutte le persone che temono di avere i sintomi provocati dal Covid-19. La trasmissione non ha detto se il gruppo jihadista abbia kit per i test e se i loro operatori sanitari siano in grado di rilevare le infezioni.
All’inizio di questo mese, leader religioso del gruppo, Mohamed ala-Mohamed, ha esortato le persone a proteggersi dal Covid-19 bevendo intrugli di erbe o assumendo la polvere di curcuma. Si tratta comunque di una svolta nell’atteggiamento di fronte all’epidemia. Quando a marzo sono stati scoperti i primi casi, al-Shabaab aveva liquidato la patologia come «punizione di Dio». Ad aprile, il leader e predicatore Fuad Shongole aveva dichiarato: «Dio ha inviato il virus per punire i non musulmani». In questi giorni la svolta.
Il Governo somalo comunica periodicamente le statistiche sull’andamento dell’epidemia. Attualmente i casi sarebbero 2.513 e i morti 85. Non si sa però se queste cifre comprendano le zone controllate da al-Shabaab.