Al-Shabaab ha preso di mira le forze armate turche in Somalia. Un attentatore suicida si è fatto esplodere all’interno di una base di addestramento militare gestita dai militari di Ankara e ha ucciso due persone (entrambi somali). È la prima volta che la più grande base militare d’oltremare della Turchia viene attaccata dal gruppo estremista legato ad al-Qaida (che ha subito rivendicato la responsabilità).
Il capitano della polizia Mohamed Hussein ha affermato che l’attacco è avvenuto mentre i cadetti somali stavano eseguendo le esercitazioni mattutine. Il colonnello Ahmednor Abdulle, un ufficiale militare somalo, ha osservato che le autorità stanno indagando su come l’attentatore è riuscito a sgattaiolare nella base.
Il ministero della Difesa di Ankara ha condannato «l’organizzazione terroristica e i suoi sostenitori che hanno effettuato questo attacco codardo». In una nota ha aggiunto: «Non lasceremo soli i nostri fratelli somali nella loro lotta contro le organizzazioni terroristiche».
La Turchia ha una presenza significativa in Somalia e gestisce una delle numerose operazioni di addestramento militare straniero nella nazione del Corno d’Africa che da una trentina di anni è destabilizzate dai conflitti interni. Nel 2016, Ankara ha aperto a Mogadiscio una delle più grandi ambasciate in Africa e ha siglato con il governo locale di accordi commerciali, logistici (compagnie turche gestiscono porto e aeroporto), scolastico e sanitario (a Mogadiscio è attivo il polo ospedaliero «Recep Tayyip Erdogan»). Le buone relazioni hanno inoltre permesso a imprese turche di poter condurre ricerche di idrocarburi sui fondali somali.