Le elezioni non vanno rinviate. I principali partiti di opposizione in Somalia si oppongono fermamente alla decisione della commissione elettorale di rimandare il voto del 2020. Secondo le formazioni di opposizione lo spostamento si configura come «una cospirazione per estendere il mandato del presidente Mohammed Abdullahi Farmaajo».
Il Partito Wadajir guidato dal principale oppositore Abdirahman Abdishakur Warsame, il Forum for National Parties (Fnp), una coalizione di sei partiti guidata dagli ex presidenti Sharif Sheikh Ahmed e Hassan Sheikh Mohamud, e il Somalia Welfare Party hanno sostenuto che l’annuncio della commissione elettorale è stato fortemente influenzato da Villa Somalia (la residenza del presidente della Repubblica).
La Somalia avrebbe dovuto tenere le elezioni parlamentari a dicembre e le elezioni presidenziali a febbraio, ma il presidente della commissione, Halima Yarey, ha annunciato a fine giugno sarà tutto spostato nel 2021. Questo voto avrebbe dovuto rappresentare una svolta storia. Per la prima volta da cinquant’anni, i somali avrebbero potuto votare individualmente (come avviene nelle principali democrazie) e non attraverso gli anziani dei rispettivi clan.
Il presidente Farmaajo ha ripetutamente assicurato che la sua amministrazione è determinata a organizzare le elezioni. Il 28 maggio, il premier Hassan Ali Kheyre ha incaricato i ministri di organizzare il voto. «Tenere elezioni è più importante di ogni altra cosa in questo momento ed è uno degli obiettivi primari che i cittadini ci hanno affidato», ha dichiarato Kheyre dopo una riunione del governo. Ma l’amministrazione Farmaajo teme che i continui attentati di al-Shabaab, uniti all’epidemia di coronavirus e alle recenti alluvioni, possano influenzare le elezioni.