I temuti combattenti sudanesi delle milizie Janjaweed, presenti in Libia, sono stati accusati di attacchi e rapine nei confronti della popolazione locale. Le milizie sono schierate a fianco delle truppe del comandante Khalifa Haftar, secondo quanto riportato la sera di mercoledì scorso dal governo di accordo nazionale.
Abdul Hadi Daea, portavoce dell’esercito libico, ha scritto su Facebook che i suoi soldati hanno riportato abusi da parte dei Janjaweed nella regione di Sukana: «Abbiamo registrato più di un attacco contro le abitazioni dei cittadini e nelle fattorie private, il loro obiettivo era rubare denaro e beni privati. Inoltre sono stati condotti assalti armati contro gli edifici delle autorità pubbliche. Quando la popolazione locale ha protestato contro le azioni delle milizie, diverse persone sono state arrestate e portate in carcere».
Mercoledì 8 luglio il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha dichiarato che le ingerenze straniere nel conflitto libico sono arrivate a un livello “senza precedenti” sottolineando l’invio di attrezzature sofisticate e il coinvolgimento di mercenari stranieri nei combattimenti.