Si chiama “I democratici” il nuovo partito politico d’opposizione costituitosi in Benin con l’intento di sfidare l’attuale maggioranza alle elezioni presidenziali del 2021.
Tra i membri fondatori c’è l’ex capo di Stato Thomas Yayi Boni (2006 -2016), che ad aprile scorso aveva abbandonato le “Forze cauris per un Benin emergente” (Fcbe), partito da lui stesso fondato, accusando militanti illegittimi di manipolare la formazione per avvicinarla alla maggioranza dell’attuale presidente Patrice Talon.
“Les Démocrates”, che attendono ancora l’approvazione da parte del ministero dell’Interno, hanno come leader l’ex vicepresidente dell’Assemblea nazionale Eric Houndete.
L’opposizione non ha seggi in Parlamento e solo l’Fcbe ha rappresentanti eletti a livello comunale (il 14,98%). A determinare questa scarsa rappresentazione nelle istituzioni è stata la riforma del codice elettorale nel 2018 (proseguita nel 2019) che ha indurito i requisiti per partecipare alle elezioni. Un provvedimento voluto da Talon per limitare il numero dei partiti, giunto intorno ai 200, ma che è stato duramente criticato dall’opposizione, impossibilitata a rispettare i nuovi criteri per le elezioni parlamentari.
«Non intendiamo conformarci a una disposizione scellerata. Vogliamo far saltare la disposizione scellerata, ripristinando i principi di elezioni aperte ed eque. In questo Paese c’è bisogno di più democrazia» ha dichiarato Houndete, presentando il partito e l’intenzione di lanciarsi appieno nel dibattito politico.
La nascita del nuovo partito è quasi coincisa con la celebrazione, il 1° agosto, del 60° anniversario dell’indipendenza del Benin, ex Dahomey. Nel suo discorso solenne, il presidente Talon ha sottolineato i progressi macroeconomici e gli apprezzamenti dei grandi istituti finanziari internazionali in materia di gestione dell’economia e di trasparenza di bilancio.