Lo Zimbabwe deve combattere contro «forze oscure» dentro e fuori il Paese, contro gruppi terroristici legati dell’opposizione. Sono questi i passaggi più delicati del discorso che il presidente Emmerson Mnangagwa ha, inaspettatamente, tenuto questa mattina. Parole pronunciate, probabilmente, sotto la pressione delle critiche che gli sono piovute addosso dopo l’ondata di repressione dei giorni scorsi.
Il tono del presidente è stato, in parte, conciliante. Ha parlato di patriottismo, assicurando alla nazione che il governo sta lavorando per risanare il Paese. Ma molti si sono detti preoccupati per l’accenno a fantomatiche «forze oscure» e al terrorismo. Secondo i commentatori si è trattato di avvertimenti diretti all’opposizione.
Un’opposizione già sotto pressione e i cui leader sono già stati arrestati per aver manifestato contro la corruzione e per chiedere interventi rapidi per risanare l’economia (travolta da una lunghissima crisi). Tra essi alcuni personaggi famosi come la scrittrice Tsitsi Dangarembga (candidata al Premio Booker di quest’anno che è stata rilasciata su cauzione dopo essere stata accusata di incitamento a commettere violenza) e il giornalista Hopewell Chin’ono (ancora in detenzione dopo essere stato arrestato e accusato il mese scorso di incitamento alla violenza pubblica).
Gli arresti hanno suscitato sdegno in tutto il mondo. L’hashtag #ZimbabweanLivesMatter su Twitter si è diffuso celermente e ha attirato il sostegno di numerose celebrità – tra cui il rapper sudafricano Kiernan Forbes (noto come Aka).