Un musicista nigeriano di 22 anni, condannato a morte ad agosto per blasfemia da un tribunale islamico dello stato settentrionale di Kano, ha impugnato oggi la sentenza, appellandosi all’Alta Corte dello Stato. Il 10 agosto, la Corte della Shari’a di Kano aveva condannato a morte per impiccagione il musicista Yahaya Sharif-Aminu, riconosciuto colpevole di blasfemia per aver fatto circolare a marzo una canzone irriverente su WhatsApp. Il testo elogiava un imam elevandolo al di sopra del profeta Maometto. Il cantante, tuttora in carcere, aveva tempo fino al 9 settembre per ricorrere in appello contro la sentenza. Secondo l’agenzia di stampa Sahara Reporters, il legale del musicista, Kola Alanipini, ha depositato oggi il ricorso presso l’Alta Corte dello Stato, definendo incostituzionale, nulla e non valida la sentenza, che viola gravemente i diritti umani dell’imputato nonché la costituzione della Repubblica Federale della Nigeria e la Dichiarazione universale dei diritti.
Le condanne a morte sono rare nel nord della Nigeria. La legge della Sharia viene applicata insieme alla legge laica nella maggior parte degli stati del nord prevalentemente musulmano.