Mali | Carta di transizione, l’M5 ne sta fuori

di Celine Camoin

Una transizione di 18 mesi, guidata da un civile o da un militare, nominato da una commissione incaricata dal Consiglio nazionale per la salvezza del popolo (Cnsp), la giunta militare al potere in Mali. È questo il punto principale della Carta di transizione adottata per acclamazione sabato sera al termine dei lavori della consultazione nazionale indetta dal Cnsp per una soluzione consensuale verso il ripristino di istituzioni democratiche, dopo le dimissioni forzate dai militari del presidente Ibrahim Boubacar Keita (Ibk) il 18 agosto scorso.

Un Consiglio di transizione, una sorta di organo legislativo, sarà formato da 121 consiglieri rappresentanti dei partiti politici, della società civile e dei militari. Un governo di transizione, guidato da un primo ministro scelto dal presidente di transizione, dovrà gestire gli affari correnti e preparare le elezioni.

Le priorità della transizione saranno la sicurezza nazionale, la scuola e l’istruzione, la riforma della Costituzione del 1992, il ripristino della moralità nella vita pubblica e la lotta alla corruzione.

Sebbene il documento sia stato acclamato dalla maggioranza dei presenti riuniti presso il centro congressuale di Bamako, alcune voci critiche si sono fatte sentire.

Davanti alle telecamere della tivù locale Horon Tv, la delegata del Movimento 5 giugno-Frp Sy Katadiou Sow, già governatrice della capitale, ha espresso un forte malcontento, sostenendo che i contenuti della Carta non riflettono le conclusioni dei lavori. Pubblicato da MaliActu, un comunicato del M5-Rfp, la piattaforma che per settimane ha organizzato manifestazioni antigovernative prima dell’intervento dei militari ammutinati, annuncia che l’M5 resta fuori dalla Carta di transizione. «Intimidazioni, pratiche antidemocratiche e sleali, degne di un altro tempo», volontà di «accaparrarsi il potere» da parte del Cnsp, sono accuse contenute nel documento firmato da Choguel Kokalla Maiga. L’M5-Rfp lamenta che la Carta non contiene il giusto riconoscimento del contributo della piattaforma per il cambiamento e che non sono state rispettate le richieste di un presidente e di un primo ministro civili. L’M5 denuncia anche aggiunte che non sono mai state sottoposte al dibattito e la non considerazione di altri punti. [CC]

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