È morto Massimo Campanini, uno dei massimi islamologi a livello mondiale. Laureato in Filosofia nel 1977 all’Università Statale di Milano con una tesi su Giordano Bruno, si diplomò in lingua araba presso l’IsMeo – sezione lombarda – nel 1984. «Cultore della materia» di Storia Contemporanea nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università statale di Milano e quindi professore a contratto a Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Urbino (dove ha insegnato Storia e istituzioni del mondo musulmano dal 1995 al 2000) e professore a contratto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Milano (dove insegnava Cultura araba) dal 2001 al 2005 prima di trasferirsi a Napoli come vincitore di un concorso di ricercatore, ottenendo immediatamente l’insegnamento di Storia contemporanea dei Paesi arabi.
I suoi interessi di ricerca erano indirizzati verso quattro aree tematiche: 1) gli studi coranici; 2) la filosofia islamica, sia medievale sia contemporanea; 3) il pensiero politico islamico; 4) la storia contemporanea dei Paesi arabi con particolare riguardo ai movimenti islamisti radicali e al socialismo arabo-islamico. Nella filosofia islamica ha contribuito soprattutto attraverso la traduzione commentata di diversi autori «classici» come al-Ghazali, Averroè ed al-Farabi.
Studioso rigorosissimo, ha saputo, attraverso la collaborazione a più testate giornalistiche, fare una divulgazione mai banale e in grado di smontare i molti pregiudizi sul mondo musulmano.