Il miele per contribuire a diversificare un’economia ancora troppo legata al petrolio e ai corsi internazionali legati al greggio: è questo uno degli obiettivi che si è posto il governo angolano per diversificare l’economia nazionale.
Proprio il governo insieme alla Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo (Unctad) ha individuato nell’apicoltura un settore con grandi potenzialità di crescita così da alleggerire il peso del petrolio sul pil (33% nel 2019) e sulle esportazioni (93% nel 2019).
«L’assenza di inverni rigidi rende il clima perfetto per l’allevamento commerciale delle api», ha detto Frederico Maurício, capo del dipartimento per lo sviluppo dell’apicoltura presso l’Istituto per lo sviluppo forestale (Idf) dell’Angola. «È possibile produrre miele in ogni regione».
La nazione dell’Africa australe attualmente produce 90 tonnellate di miele ogni anno, ma un’analisi di Unctad fatta come parte di un progetto finanziato dall’Unione Europea ha mostrato che circa 100.000 apicoltori dell’Angola – per lo più piccoli imprenditori – potrebbero facilmente raddoppiare questa cifra arrivando a 200 tonnellate.
[Redazione InfoAfrica]