La più cruenta strage di civili dell’anno si è consumata questo fine settimana nello Stato di Borno, dove almeno 110 contadini e pescatori, uomini e donne, sono stati brutalmente uccisi da uomini armati arrivati a bordo di motociclette.
A riferire il bilancio sconcertante è stato oggi il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite, Edward Kallon, «inorridito e indignato» da tale violenza su persone innocenti. «Nel pomeriggio del 28 novembre, individui armati in moto hanno condotto un brutale attacco contro i civili che stavano lavorando nei campi a Koshobe e in altre comunità rurali nell’area di Jere», ha detto il rappresentante dell’Ocha, riferendosi a una zona in cui si trovano insediamenti agricoli, in particolare risaie, e ittici, a pochi chilometri da Maiduguri, capitale del Borno. Diverse donne sarebbero inoltre state rapite e al bilancio delle vittime – molte delle quali decapitate – si aggiungono numerosi feriti. Secondo un sopravvissuto, gli assalitori erano almeno un centinaio.
Un funerale di massa per 43 delle vittime si è svolto oggi a Zabarmari, uno dei villaggi circostanti, alla presenza di una comunità sotto shock.
Anche se non è stato rivendicato, l’attacco viene attribuito ai terroristi di Boko Haram e dell’Iswap (Islamic State West Africa Province), una fazione dei radicali nigeriani che hanno giurato fedeltà allo stato islamico.
Secondo alcune fonti, agricoltori, pescatori e allevatori della zona sarebbero entrati nel mirino dei miliziani
perché accusati di passare informazioni sul loro conto alle autorità militari, alla polizia locale e ai gruppi di autodifesa.
Questa domenica, i militari impegnati in un’operazione battezzata Fire Ball, nello Stato di Borno, hanno eliminato cinque presunti terroristi e hanno trovato un nascondiglio di armi e munizioni.
Il presidente della Repubblica, Muhammadu Buhari, ha condannato l’attacco «folle» e detto che il governo stava prendendo tutte le misure necessarie per proteggere la popolazione e il suo territorio. È però più di un decennio che il Nord della Nigeria è confrontato al conflitto con Boko Haram, un movimento nato agli inizi degli anni 2000 in nel Kanuri, regione confinante dello Stato del Borno, con lo scopo di instaurare la sharia. Critiche sempre più accese vengono mosse contro Buhari per l’incapacità a porre fine alle violenze del gruppo terrorista.
La strage di sabato si è consumata proprio mentre nello Stato di Borno erano convocate le prime elezioni locali in 13 anni.
(Céline Camoin)