Con una nota verbale dell’Ambasciata italiana a Kinshasa, datata 15 febbraio 2021, il ministero degli Esteri della Repubblica Democratica del Congo era stato informato della visita a Goma e a Bukavu dell’ambasciatore Luca Attanasio, del console Alfredo Bruno Russo e del carabiniere Vittorio Iacovacci. Una fotografia della nota timbrata, che riporta il numero di protocollo 219, è stata inviata a InfoAfrica da un corrispondente sul posto. L’oggetto del documento è la richiesta dell’accesso al salone dell’aeroporto di Ndjili (Kinshasa) in previsione del volo per Goma con il volo Unhas delle ore 9 del 19 febbraio e del ritorno per Kinshasa con lo stesso volo in arrivo alle 15.20 del 24 febbraio. È precisato che l’oggetto dello spostamento è la visita alle comunità italiane a Goma e a Bukavu.
Il giorno dell’agguato, ad opera di individui armati non ancora identificati, il responsabile della polizia, il Commissario Aba Van Ang, disse che né la polizia né l’esercito erano stati avvertiti del viaggio dell’ambasciatore.
L’agguato costato la vita ad Attanasio, a Iacovacci e a un autista congolese, Mustapha Milambo, è avvenuto mentre i tre viaggiavano assieme al vice direttore del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, Rocco Leone, e ad altre tre persone, a pochi chilometri fuori da Goma, verso Rutshuru, per andare a visitare progetti del Pam. Il console Russo, quel giorno, era invece rimasto a Goma.
Il punto dove è avvenuto l’agguato ai due veicoli del Programma alimentare mondiale (Pam) il 22 febbraio scorso si trova a pochi metri da un presidio ristretto delle Forze armate congolesi (Fardc), ma quella mattina, all’ora del delitto, i due o tre soldati di guardia erano stati chiamati su un altro scenario. Lo hanno raccontato oggi a un corrispondente locale di InfoAfrica del posto persine sentite all’altezza della località delle “tre antenne”, a Kibumba, luogo dove, lunedì mattina, i due veicoli dell’organizzazione dell’Onu sono stati bloccati da un gruppo di uomini armati, che dopo averli derubati, li hanno costretti a scendere e a seguirli a piedi nella boscaglia. Secondo il corrispondente, il tratto di strada teatro del delitto è ampiamente coperto da sorveglianza militare, oltre che dalle guardie dell’Iccn, i ranger del parco dei Virunga, intervenute dopo essere state allertate, probabilmente dallo sparo che ha ucciso Milambo. Altro fatto che desta interrogativi, la vicinanza anche del mercatino di Kibumba, dove si trovano sempre persone e quindi possibili testimoni. Difficile, quindi – secondo gli osservatori del posto – che l’agguato sia accaduto senza premeditazione e senza alcune complicità. In molti si chiedono perché proprio all’ora dell’attacco i soldati del presidio più vicino fossero assenti.
Fino ad ora, non è ancora stato arrestato né identificato nessuno tra gli autori dell’imboscata e dell’uccisione.