Niger: strage a Banibangou, morti almeno 58 civili

di Valentina Milani

Sono ameno 58 le persone uccise e molti  i feriti  nell’attacco che ha preso di mira, lunedì 15 marzo, gli abitanti dei villaggi di ritorno dal mercato settimanale di Banibangou, nella regione di Tillabéri, non lontano dal confine con il Mali. Lo ha annunciato ieri sera il governo attraverso una dichiarazione letta alla televisione pubblica. Della strage sono accusati non meglio precisati uomini armati, che hanno anche fatto razzia di tutto quello che hanno trovato nel convoglio, compresi due veicoli. Assalito anche il villaggio di Darey Dey, dove sono stati uccisi abitanti e incendiati granai. Niamey ha decretato tre giorni di lutto nazionale. 

Secondo il portavoce del governo Zakaria Abdourahaman, nel pomeriggio di lunedì, quattro veicoli che trasportavano passeggeri di ritorno dal mercato settimanale di Banibangou, nella regione di Tillaberi, in partenza rispettivamente per i villaggi di Chinagoder e Darey Dey, sono stati attaccati da “gruppi di individui armati non identificati” che hanno “crudelmente eseguito l’esecuzione mirata dei passeggeri”. Nel villaggio vicino di Darey Dey, hanno ucciso persone e dato fuoco ai granai. Il bilancio di 58 morti annunciato ieri sera potrebbe essere aumentato nel frattempo, poiché si contano anche molti feriti gravi.

Sul posto, fonti locali spiegano che l’intento dei criminali che uccidono e distruggono ogni cosa è di costringere la popolazione a lasciare le proprie terre. “Ogni giorno si registrano attacchi. Le persone hanno paura, non vogliono più dormire a casa ”, ha detto a Rfi  Maiga Amidou, coordinatore del Comitato dell’Unione per la sicurezza e la coesione sociale di Tillaberi.

La stessa zona di Tillaberi è già stata teatro di uccisioni di massa: nel gennaio del 2020, la base militare di Chinagoder fu attaccata da un gruppo che si rivendicò dello Stato Islamico nel Grande Sahara. L’episodio provocò la morte di circa 90 soldati.  Lo scorso dicembre sono stati attaccati i villaggi di Tomabangou e Zaroumdareye, con un bilancio di circa un centinaio di vittime tra i civili.

Il comunicato del governo sostiene sono state rafforzate le disposizioni di sicurezza ed è stata aperta un’indagine per trovare e portare in tribunale gli autori di questi atti criminali. Ma tra l’opinione pubblica prevale un sentimento di abbandono e di frustrazione.

In questo periodo gli occhi sono puntati sulla capitale, Niamey, dove si attendono i risultati definitivi delle elezioni presidenziali contestate dall’opposizione, e dove le forze dell’ordine hanno arrestato centinaia di persone a seguito di manifestazioni e di atti di vandalismo e distruzione. A Niamey sono arrivati anche i rinforzi militari inviati dal Ciad come contributo alla lotta al terrorismo, ma non è chiaro se i soldati siano già stati dispiegati nella zona delle tre frontiere – tra Niger, Mali e Burkina Faso – dove sono ricorrenti gli attacchi.

“Il governo chiede alla popolazione di essere più vigile e ribadisce la sua determinazione a proseguire incessantemente la lotta alla criminalità in tutte le sue forme”, ha detto il portavoce governativo. Intanto, è stato decretato ieri un lutto nazionale di tre giorni. Le bandiere saranno a mezz’asta su tutto il territorio nazionale. 

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