E’ ancora incerto il numero delle vittime dell’incendio avvenuto a Freetown, Sierra Leone, nella notte del 24 Marzo. Mentre sono ancora in corso le valutazioni sulle cause che hanno determinato il gigantesco incendio, emergono delle analogie con l’immane tragedia avvenuta due giorni prima in Bangladesh.
di Aurora Sansotari
L’incendio che ha distrutto il popoloso slum di Susan’s Bay, nella capitale della Sierra Leone, Freetown, si è verificato nella notte del 24 marzo. A due giorni di distanza, rimane ancora imprecisato il numero delle vittime, ma l’immenso rogo ha determinato la distruzione di migliaia di abitazioni, producendo altrettanti sfollati. Allo stesso modo, ci sono valutazioni in corso circa le modalità con le quali si sia determinato il gigantesco incendio che ha raso al suolo una delle periferie più povere della capitale che si affaccia sull’Oceano Atlantico e che riguarderebbero proprio gli allacciamenti assai precari della corrente elettrica.
Così, l’incendio nella Sierra Leone ha portato alla ribalta, sulla stampa nazionale, i problemi legati agli slum che caratterizzano lo sviluppo urbanistico di numerose città del continente africano. Infatti, si tratta di quartieri poveri, malsani, costituiti prevalentemente da baraccopoli, dove a causa della scarsità delle condizioni di vita generale non è escluso che possano verificarsi eventi di natura colposa, ma che si possono ripercuotere sulla popolazione in modo drammatico.
L’analogo incendio in Bangladesh
L’incendio nella Sierra Leone, rispetto alle dinamiche con le quali si è sviluppato, non è dissimile dall’analoga tragedia avvenuta due giorni prima in Bangladesh, dove un immenso incendio in un campo per rifugiati, cioè quello sito nell’area di Cox’s Baza, ha determinato la morte di 15 rifugiati Rohingya, mentre il numero dei dispersi è di circa 400 unità. Inoltre, sarebbero 560 le persone rimaste ferite. Per quanto riguarda, invece, la possibilità di alloggio, si stima che siano andate distrutte o che risultino danneggiate almeno 10.000 unità abitative. Le cause di queste tragedie, sia nella Sierra Leone sia nel Bangladesh, potrebbero risiedere nel fatto che, in questo tipo di agglomerati urbani, si usino, per uso domestico, prevalentemente fornelli da campo. Questi ultimi, in realtà, si rivelano pericolosi, potendo determinare episodi esplosivi molto violenti. Ma, spesso, anche i problemi strutturali legati all’approvvigionamento di energia elettrica possono risultare fatali.
Nella Sierra Leone, però, diversamente da quanto sia avvenuto in Bangladesh, è stato registrato un dato che si può dire funzionale rispetto a questi episodi. Infatti, la risposta della popolazione è stata celere, tanto che molti bambini e anziani sono stati tratti in salvo su piccole imbarcazioni di fortuna.
(Aurora Sansotari)