In Etiopia, gli scontri tra oromo e amhara, che sono avvenuti nel fine settimana, hanno provocato almeno 18 vittime. A sostenerlo alcuni funzionari locali interpellati dall’agenzia Reuters.
Gli oromo sono il più grande gruppo etnico dell’Etiopia e gli amhara sono il secondo più grande. Le regioni Amhara e Oromiya confinano e, negli ultimi mesi, sono aumentati gli scontri. L’ultimo incidente è avvenuto venerdì nella città di Ataye, nella regione di Amhara ma abitata prevalentemente da oromo, dopo che le forze di sicurezza amhara hanno ucciso un negoziante. La morte del negoziante ha scatenato ulteriori incidenti.
Elias Abebe, capo del distretto di Qewot nella zona Nord di Shoa, ha detto che i combattimenti sono stati causati da un gruppo scissionista dell’Oromo Liberation Front, un partito di opposizione che ha trascorso anni in esilio ma è stato bandito insieme a dozzine di altri gruppi dopo Abiy si è insediato nel 2018. Il gruppo scissionista ha però dichiarato di non essere presente nell’area in cui si sono svolti i combattimenti.
In seguito all’incidente, il ministero della Difesa ha dichiarato di aver stabilito un posto di comando militare nell’area e ha detto che alle persone è stato vietato il trasporto di armi da fuoco entro 20 km dalle strade principali tra le città di Kombolcha e Debresina.