Un team di accademici francesi ha sviluppato un database che permette a chiunque di fare ricerche sugli ex proprietari di schiavi e scoprire quanto risarcimento hanno ricevuto al momento dell’abolizione.
Come precisa la stampa francese, si tratta di un progetto – chiamato Repair – che permetterà agli individui, alle aziende e alle istituzioni di ricercare le persone che hanno tenuto i membri della loro famiglia in schiavitù. Uno strumento che potrebbe rilanciare il dibattito sui risarcimenti, fornendo alla società civile delle cifre precise.
Il database si presenta come un motore di ricerca, dove si può digitare nome, città, colonia (oltre al Senegal figurano Sainte-Marie de Madagascar, Nosy Be, Martinica, Guadalupa, Guyana e Reunion, ), o anche l’importo concesso. Appaiono i nomi dei proprietari di schiavi, con informazioni biografiche e una storia dei titoli di indennità che hanno ricevuto. La ricerca è filtrata da due voci: 1825 e 1849, corrispondenti alle due date in cui è stato concesso un risarcimento ai proprietari di schiavi.
Le ricerche effettuate dalla dottoranda Jessica Balguy, parte del team di ricercatori, per creare questo database, hanno rivelato che i titoli di indennità ricevuti dai proprietari di schiavi erano ampiamente diffusi nelle colonie francesi anche prima che la legge li rendesse ufficiali. Sono così diventati una vera e propria “moneta di scambio”, nota la dottoranda.
L’obiettivo del progetto Reparis – si legge sul sito stesso – è quello di studiare indennizzi, riparazioni e risarcimenti per la schiavitù, sia a livello globale che in termini di colonie e società post-coloniali, tra il XIX e il XXI secolo, dalla prospettiva della filosofia politica, della storia, della sociologia e delle scienze politiche. Mira a fornire elementi scientifici al dibattito sociale.