Gli attacchi in Niger “ci ricordano che questo tipo di minaccia è globale. Dobbiamo lavorare insieme, unire i nostri sforzi in Africa e col resto del mondo per lottare contro questa piaga”: lo ha detto il vice-presidente della Commissione dell’Unione Africana (UA) a poche ore dal doppio attentato ad Agadez ed Arlit nel quale 25 persone hanno perso la vita e altre 30 sono rimaste ferite. Dopo aver espresso una “ferma condanna” a nome dell’UA, il keniano Erastus Mwencha ha sottolineato che “non c’è alcuna giustificazione possibile al terrorismo, ancora di più quando colpisce vittime innocenti”. I primi attentati messi a segno in Niger hanno suscitato sgomento e timori nei corridoi della sede dell’Unione Africana, ad Addis Abeba, che si prepara a celebrare i 50 anni dell’organizzazione continentale. La presidente della Commissione UA, la sudafricana Nkosazana Dlamini Zuma ha ribadito l’impegno del continente nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera sulla base del ‘Piano africano di pace e sicurezza per la regione del Sahel-Sahara’ messo a punto nei mesi scorsi.
Dal canto suo l’ex potenza coloniale francese, nel mirino dei jihadisti che hanno attaccato un impianto della società di uranio Areva, ha espresso “piena solidarietà” alle autorità di Niamey oltre a garantire “tutta l’assistenza necessaria nella lotta ai gruppi terroristi”. Stamattina, come confermato dal ministro della Difesa di Niamey Karidjo Mahamadou, le forze speciali francesi hanno partecipato all’assalto per catturare combattenti nascosti nella caserma di Agadez; due di loro sarebbero stati abbattuti mentre cercavano di fuggire. “La situazione è ora sotto controllo e le Forze armate nigerine sono determinate più che mai a proteggere il Niger e il suo popolo, qualunque sia il prezzo da pagare” ha dichiarato Mahamadou. Il ministro degli Esteri Mohammed Bazoum ha assicurato che “questi attacchi non rimettono in discussione la determinazione del nostro paese nella lotta al terrorismo e il nostro impegno militare nel confinante Mali”, teatro dallo scorso gennaio di un’offensiva francese ed africana contro gruppi armati tuareg ed islamici.
A neanche 24 ore dal doppio attentato, un nuova minaccia è arrivata dal Movimento per l’unità e il jihad in Africa occidentale (Mujao), un gruppo islamista legato ad Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi), che ha rivendicato l’aggressione di ieri. “Le nostre due operazioni contro i nemici dell’Islam sono riuscite. Abbiamo attaccato sia la Francia che il Niger per la sua cooperazione nella guerra contro la sharia” ha detto il portavoce del Mujao, El-Hassen Ould Khalil, minacciando “nuovi attacchi anche contro tutti i paesi impegnati militarmente in Mali”. I vertici del movimento, che dal 2012 ha occupato le estese regioni desertiche del Mali, hanno poi rivelato che il Katiba dei Mulathamin’ (‘Brigata dei firmatari col sangue’) ha partecipato agli attentati di Agadez ed Arlit. Sarebbe il capo stesso del gruppo armato, l’algerino Mokhtar Belmokhtar, ad aver coordinato gli assalti. Dopo aver lasciato i ranghi di Aqmi, alcuni mesi fa Belmokhtar ha creato il proprio gruppo, responsabile lo scorso 16 gennaio dell’attacco al sito petrolifero di Tiguentourine, nel sud-est dell’Algeria, concluso con più di 30 vittime. Lo scorso marzo alcune fonti, tra cui il governo ciadiano, avevano annunciato la morte di Belmokhtar in combattimenti nella massiccio dell’Adrar degli Ifoghas. Gli attentati di ieri sarebbero stati anche una vendetta per l’uccisione due mesi fa a Timbuctù di Abdelhamid Abou Zeid, comandante di Al Qaida nel Maghreb islamico. – Misna