Le mutilazioni genitali femminili (Mgf) sono pratiche devastanti, dal punto di vista fisico e psicologico, a cui sono sottoposte almeno 130 milioni di donne. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che 3 milioni di bambine ne siano a rischio ogni anno. Anche se si sta registrando un progressivo calo degli interventi.
Le Mgf sono pratiche tradizionali che non hanno finalità terapeutica ma vengono considerate riti di passaggio all’interno della comunità per preservare la verginità prima del matrimonio e la fedeltà coniugale. Questi interventi possono ledere fortemente la salute psichica e fisica delle bambine e donne che vi vengono sottoposte. Possono soffrire per sempre di forti dolori, problemi mestruali e avere complicanze durante il parto. La maggior parte delle vittime muore per via di emorragie o infezioni durante e dopo le pratiche rituali.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono tra 130 milioni le bambine, le ragazze e le donne nel mondo che hanno subito una forma di mutilazione genitale. L’Africa è di gran lunga il continente in cui il fenomeno delle Mgf è più diffuso, con 91,5 milioni di ragazze di età superiore a 9 anni vittime di questa pratica, e circa 3 milioni di altre che ogni anno si aggiungono al totale.
La pratica delle Mgf è documentata e monitorata in 27 Paesi africani. In Egitto, Eritrea, Gibuti, Guinea, Mali, Sierra Leone, Somalia e Sudan il fenomeno tocca praticamente l’intera popolazione femminile. In Burkina Faso, Etiopia, Gambia, Mauritania la diffusione è maggioritaria. ma non universale. In Ciad, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Kenya e Liberia il tasso di prevalenza è tra il 30 e il 40%) della popolazione femminile, mentre nei restanti Paesi la diffusione delle Mgf varia dallo 0,6 al 28,2%.
Sempre secondo l’Oms, il 90% delle Mgf è di tipo escissorio (con taglio e/o rimozione di parti dell’apparato genitale della donna), mentre un decimo dei casi si riferisce all’infibulazione, che ha come scopo il restringimento della vaginale.
Usando i dati di 29 Paesi a partire dal 1990, uno studio del Bmj Global Health ha però scoperto che, tra le giovani donne in Africa, la pratica è però calata drasticamente negli ultimi vent’anni. Lo ha rivelato uno studio condotto dal Bmj Global Health in cui si parla di un “grande e significativo declino” fra le ragazze sotto i 14 anni.
Il tasso di prevalenza nelle ragazze è crollato dal 71% del 1995 all’8% nel 2016. I ricercatori britannici e sudafricani affermano che alcuni paesi come Kenya e Tanzania hanno contribuito ad abbassare la media grazie a prevalenze che si aggirano tra il 3 e il 10%. Nel Nord Africa la prevalenza è scesa dal 60% del 1990 al 14% del 2015, e anche nell’Africa occidentale è stato registrato un calo passando dal 74% del 1996 al 25% nel 2017.
In ogni caso molti attivisti sostengono che anche se le bambine sono le più a rischio, anche le ragazze e le donne adulte subiscono le Mgf e queste non sono state incluse nello studio. Emma Lightowlers, portavoce della campagna 28TooMany sostiene che “pur trattandosi di una buona notizia, va detto che ci sono dei gruppi in cui la Mgf avviene dopo i 14 anni o poco prima del matrimonio e ciò non viene preso in considerazione”.