Una ragazza e una donna su due in Liberia ha subito mutilazioni genitali femminili (Mgf) e la Liberia rimane uno dei pochi Paesi africani a non avere bandito la pratica. Nel distretto nord-orientale della contea di Nimba, va delineandosi tuttavia un cambiamento interessante, sostenuto da una campagna di formazione delle Nazioni Unite: Spotlight Initiative.
Diverse persone direttamente implicate nell’esercizio delle Mgf stanno accantonando la pratica per dedicarsi ad altre attività, tra cui l’agricoltura, grazie al percorso formativo e informativo avviato con Spotlight. Sul sito della campagna, che fa capo alle Nazioni Unite e in particolare alla vice segretaria generalee Amina J. Mohammed NaKema, è riportata la testimonianza di una donna di 54 anni, Kema Dahn, che dopo essere stata sottoposta a una formazione di tipo imprenditoriale attraverso Spotlight Initiative, e avere imparato a coltivare colture da reddito come manioca, mais, pepe, aglio, gombo, anguria, cetrioli e fagioli, ha deciso di abbandonare la mgf per concentrarsi sull’agricoltura.
“Noi praticanti tradizionali insegnavamo alle ragazze come comportarsi in presenza di persone anziane, intrecciando i capelli ed essendo modeste”, dice Dahn. “Ora non pratichiamo più le Mgf perché ci siamo resi conto che non è necessario. Ora ci stiamo concentrando sull’agricoltura e sul commercio”.
Un aspetto che viene spesso sottovalutato è che le Mgf vengono praticate anche perché rappresentano una fonte di reddito, ed eradicarle vorrebbe dire lasciare sul lastrico molte persone. Ma se si lavora per proporre a queste persone un’alternativa praticabile, le resistenze diminuiscono. “Ciò che ci farà abbandonare queste pratiche tradizionali è anche il potere di avviare le nostre attività”, afferma Dahn.
Fino a questo momento sono stati 300 i praticanti tradizionali che hanno beneficiato del programma di sostentamento economico alternativo, lanciato a dicembre 2019 nell’ambito dell’iniziativa Spotlight.
In Liberia le mutilazioni genitali femminili sono state vietate solo per un anno: nel 2018 l’allora presidente Ellen Johnson Sirleaf aveva firmato una disposizione esecutiva (la n° 92) che bandiva temporaneamente la pratica sulle minori di 18 anni. Nel 2019 la Liberia ha approvato una legge contro la violenza sulle donne, ma il riferimento alle mutilazioni è stato stralciato. Chi si oppone alla pratica riceve minacce e ritorsioni.