La Galerie Cécile Fakhoury presenta nei suoi spazi ad Abidjan, Dakar e Parigi, la mostra “About Now #1”, dedicata agli artisti emergenti africani. La mostra apre i battenti il 19 giugno e rimarrà allestita fino al 28 agosto.
About Now #1 ribadisce uno degli impegni alla base dell’identità della galleria: il suo sostegno a creazione emergente. “La mostra è in piena regola in questa voglia di festeggiare cicli di creazione artistica, questa volta dando spazio agli artisti di domani in Africa, e a quelli della diaspora africana nel mondo”, si legge nella brochure che accompagna l’esposizione.
La mostra riunisce quindici artisti – nove donne e sei uomini – con un’età media inferiore ai trent’anni e provenienti o collegati a una molteplicità di Paesi, tra cui Ghana, Kenya, Nigeria, Costa d’Avorio, Tunisia, Marocco, Stati Uniti, Sudafrica, Francia e ovviamente Costa d’Avorio, che è il Paese in cui è nata la prima galleria di Cécile Fakhoury nel 2012.
About Now # 1 è stata progettato come un panorama soggettivo, una specie di istantanea della creazione, volutamente non esaustiva, che prova a cogliere la pluralità delle visioni dei giovani artisti di oggi, la loro percezione della società contemporanea, il rapporto con la memoria e la tradizione, la costruzione di sé in relazione all’alterità, sfidando i sistemi di pensiero binario. Dislocata tra Abidjan, Dakar e Parigi, la mostra vuole costituire una proposta unitaria, sfaccettata ma in dialogo. Da ciascuna delle tre sedi sarà possibile vedere quel che accade nelle altre e integrare la visita, attraverso una molteplicità di supporti multimediali.
“About Now #1 è stata concepita come una mostra unica”, conferma la titolare della galleria, Cécile Fakhoury, considerata una delle figure più influenti nell’ambito dell’arte contemporanea africana. “Il suo approccio vuole essere globale e ibrido a immagine del mondo che nutre le riflessioni di questa generazione di artisti. Le opere dialogano tra loro andando oltre la distanza fisica che intercorre tra Abidjan, Dakar e Parigi. Tutte hanno risonanze plurali e ciascuna avrebbe potuto essere presente in entrambe le gallerie”. La mostra è il risultato di più di un anno di ricerca.