Il primo ministro Mohamed Hussein Roble ha dichiarato che si impegnerà per rintracciare le migliaia di soldati somali (si stima tra i 5 e i 6.000) che si starebbero addestrando in Eritrea. Lo ha annunciato ieri in una nota rilanciata dai media locali.
Il primo ministro Roble ha costituito una squadra per indagare su quanti siano e dove si trovino i militari somali. Il comitato sarà presieduto dal ministro della Difesa, Hassan Hussein Haji, e tra i suoi membri ci saranno il ministro degli Interni, l’ambasciatore della Somalia in Etiopia e il comandante dell’esercito somalo. Nei mesi scorsi, le famiglie hanno chiesto al governo di fornire informazioni complete su dove si trovano i loro ragazzi. Finora le autorità non hanno fornito risposte esaustive e non si sono pronunciate sulla eventuale partecipazione di reparti somali nella guerra del Tigray a fianco di etiopi ed eritrei.
I rapporti pubblicati dal Relatore speciale delle Nazioni Unite per l’Eritrea affermano che i soldati somali sarebbero stati portati clandestinamente in Etiopia, dove sarebbero stati coinvolti nella guerra del Tigray. Alcune fonti sostengono che centinaia di loro potrebbero essere stati rapiti o uccisi ad Axum e in altre parti dell’Etiopia.
Il 16 febbraio, Voice of America ha scritto che l’idea di addestrare reclute militari somale in Eritrea è stata lanciata, per la prima volta, dal presidente Mohamed Abdullahi Farmaajo. Il sito ha specificato che l’addestramento sarebbe in gran parte segreto e indipendente dal comando dell’esercito nazionale somalo. L’Etiopia ha sempre negato le notizie secondo cui i soldati somali stavano combattendo a fianco delle sue truppe nel Tigray. Alti funzionari della Somalia guidati dal ministro dell’Informazione Osman Abukar Dubbe hanno ripetutamente negato le affermazioni secondo cui i soldati sono stati schierati nel Tigray. Tuttavia, hanno ammesso che, in effetti, ci sono soldati che si addestrano in Eritrea.