Tunisia: ora la pandemia preoccupa davvero

di Enrico Casale
covid marocco

La Tunisia è al collasso di fronte all’aumento dei casi di covid-19 nel Paese. Questa volta non è un modo dire perché a confermarlo sono arrivate ieri le parole della portavoce del ministero della Salute tunisino, Nissaf Ben Alaya, che ha dichiarato in un’intervista a una radio locale che “l’attuale situazione sanitaria è catastrofica”.

Ben Alaya ha detto che il sistema sanitario “è purtroppo crollato”, sotto il peso dell’aumento dei casi di coronavirus. La portavoce ha spiegato che al momento è complicato trovare un letto disponibile in un ospedale o avere la quantità necessaria di ossigeno nelle strutture di tutto il paese. “Se non lavoriamo insieme, il disastro peggiorerà”, ha aggiunto la portavoce, secondo cui la variante Delta è la più comune al momento in Tunisia.

Martedì, la Tunisia ha registrato 9.823 casi di cui 134 decessi in un giorno, cifre che non venivano raggiunte da marzo 2020. In totale, il Paese ha registrato 464.914 casi di cui 15.735 decessi, per circa 12 milioni di abitanti. Poco più di una settimana fa il direttore dell’ufficio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in Tunisia, Yves Soteran, ha dichiarato che il Paese era “il primo nel mondo arabo e in Africa in termini di numero di morti e tassi di infezione registrati dallo scoppio della pandemia”.

Di fronte a questa situazione, la vicina Libia ha deciso ieri di chiudere i suoi confini e sospendere i voli con la Tunisia per una settimana, ha detto un portavoce del governo libico.

Sei regioni tunisine sono state poste in confinamento totale nei giorni scorsi, compresa l’area di Tunisi. Il governo ha esteso il confinamento e il coprifuoco notturno in questi sei governatorati fino al 31 luglio e ha annunciato il divieto di viaggiare tra le regioni, secondo una dichiarazione del governo. Il coprifuoco in tutto il paese è in vigore dalle 20 alle 5 di mattina così come le misure per contrastare la diffusione del contagio e il divieto degli assembramenti. Restano valide poi le disposizioni decise a livello regionale dai vari governatorati.

Le autorità stanno cercando ormai da qualche settimana di arginare la nuova ondata dell’epidemia anche in altri modi. La dogana tunisina ha annunciato oggi l’ingresso in Tunisia di 100.000 metri cubi di ossigeno medico dall’Algeria. Il Paese nordafricano ha aperto diversi ospedali da campo, soprattutto nelle regioni più colpite come Sousse, ma non bastano più. Il 92% dei posti letto in rianimazione nelle strutture pubbliche è attualmente occupato e quelli della capitale sono pieni, secondo i dati del ministero della Salute pubblicati sulla propria pagina Facebook.

Le misure delle autorità tunisine non sono neppure sostenute dalla campagna di vaccinazione che procede a rilento. Degli oltre tre milioni di persone registrate per il vaccino, solo 608.332 hanno ricevuto entrambe le dosi. Un problema comune a tutto il continente.

“L’Africa ha appena vissuto la settimana più disastrosa nella storia delle pandemie nel continente”, ha detto oggi Matshidiso Moeti, il direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità. Secondo il medico, però, “il peggio deve ancora venire, perché la terza ondata continua a diffondersi a un ritmo accelerato”. Nel giro di una settimana sono stati registrati 251.000 nuovi casi di contagio, con un aumento del 22% rispetto alla precedente, superando di gran lunga i dati del picco della seconda ondata di gennaio.

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