Il generale Moussa Diawara, ex capo della Direzione generale della sicurezza dello Stato (Dgse) è stato arrestato ieri a Bamako. L’uomo, che ha diretto i servizi segreti del Mali per sette anni sotto il presidente Ibrahim Boubacar Keita, è accusato di complicità in rapimenti, detenzioni illegali e torture in relazione alla scomparsa del giornalista maliano Birama Touré, che non è stato visto dalla sua famiglia dal 29 gennaio 2016. In un’inchiesta, l’organizzazione Reporter senza frontiere Rsf aveva rivelato che il reporter Touré, che aveva lavorato a lungo per Le Sphinx, un giornale investigativo, era stato arrestato e tenuto in una prigione segreta della sicurezza dello Stato per diversi mesi. Secondo una fonte citata da Rsf, uno dei co-detenuti del giornalista sarebbe stato colpito a morte alla fine del 2016.
Secondo le informazioni raccolte dall’organizzazione, al momento della sua scomparsa, il giornalista stava indagando su un affare che coinvolgeva Karim Keïta, il figlio dell’ex presidente del Mali. All’inizio di luglio, un giudice istruttore di Bamako ha emesso un mandato d’arresto internazionale per Karim Keïta. “Dopo anni di silenzio e di indifferenza da parte delle autorità maliane sulla scomparsa di questo giornalista, l’arresto dell’ex capo dell’intelligence maliana è un punto di svolta”, ha dichiarato Arnaud Froger, responsabile del desk Africa di Rsf. “Data la gravità dei fatti e delle rivelazioni raccolte da Rsf e dal direttore del giornale per il quale Birama Touré ha lavorato a lungo, ci rallegriamo dei recenti progressi di questa inchiesta”, ha aggiunto sottolineando come sia essenziale che tutti i sospetti, compresi quelli che erano direttamente coinvolti nel rapimento e nel possibile omicidio di questo giornalista, siano arrestati, ascoltati e portati davanti alla giustizia.
Come riferisce Rsf, Adama Dramé, l’editore di Le Sphinx e l’ex capo di Birama Touré, ha detto: “questo è il culmine di una lotta che abbiamo condotto per anni con Rsf. Tutti coloro che sono sfuggiti alla giustizia in questo caso devono finalmente essere ritenuti responsabili”. Rsf ricorda infine che il Mali è al 99° posto su 180 paesi nel World press freedom Index 2021, recentemente pubblicato da Rsf.