A scorrere la lista dei 27 candidati alle elezioni presidenziali tunisine di domenica prossima balza subito all’occhio il nome dell’unica donna, Kalthoum Kannou. Cinquantacinque anni, giudice di Cassazione, ex presidente dell’Associazione dei Magistrati tunisini, Commissario alla Corte Internazionale di Giustizia, militante della società civile, si dichiara ”indipendente” non sentendosi vicina a nessun partito in particolare, pur riconoscendosi nella ”famiglia dei democratici”, cioè in quelle persone che credono nell’uguaglianza, nei diritti umani, nello Stato laico e nella vera separazione dei poteri”. Cresciuta in una famiglia di sindacalisti noti per la loro opposizione al colonialismo francese, da giudice divenne famosa per essere diventata una voce contro il regime, riuscendo ad emettere persino un mandato di cattura contro Moez Trabelsi, nipote acquisito di Ben Ali, e per questo subì due trasferimenti allo scopo di tenerla lontana dalla capitale. Oggi dichiara che non potrà collaborare con i partiti che hanno tra le loro fila esponenti del vecchio regime, e si presenta quindi come candidato indipendente pur accettando di buon grado il sostegno dei partiti che eventualmente volessero appoggiarla nella corsa al Palazzo di Cartagine. Tra i punti prioritari del suo programma sicurezza, economia, sviluppo regionale, riforma del sistema giudiziario e una rinnovata concezione della diplomazia internazionale. Recentemente in un comizio elettorale nella regione del Kef si è dichiarata fiduciosa nella sua capacità di saper gestire il paese e di ricoprire la più alta carica dello stato. Kannou si propone come la Presidente di tutti i tunisini in una società ancora dominata da una mentalità patriarcale. Kannou rigetta il sistema bipolare attuale, e provocatoriamente invoca l’appoggio del leader di Nidaa Tounes, Béji Cad Essebsi, proprio per il fatto che, considerandosi l’erede di Habib Bourguiba, strenuo sostenitore delle donne al potere, dovrebbe di conseguenza sostenerla nella corsa alla Presidenza proprio in quanto donna. Il suo slogan in campagna elettorale “Yes we Kannou” mutuato da quello di Obama, è stato rilanciato su tutti i media ed i social network con una certa efficacia, ma la stessa candidata lamenta un certo oscuramento da parte dei principali media. In lei si possono identificare le donne tunisine che così grande importanza hanno rivestito nell’andamento delle ultime elezioni legislative. ”Le donne tunisine hanno tutte le competenze necessarie per esercitare la funzione di Presidente della Repubblica con competenza”, ha affermato Kannou, le cui possibilità di vittoria rimangono tuttavia limitate. (ANSAmed)