Lotta di potere a Mogadiscio

di claudia

Tra il premier somalo Mohamed Roble e il presidente Mohamed Abdullahi Mohamed Farmajo è in corso una lotta di potere in merito alla gestione delle finanze del Paese. La frattura tra i due leader si è ulteriormente intensificata con il licenziamento del ministro della Sicurezza interna, Hassan Hundubey Jimale e l’entrata in carica Abdullahi Mohamed Nur, un fermo oppositore di Farmaajo. La crescente spaccatura, secondo le Nazioni Unite, potrebbe far deragliare il processo elettorale in corso. Dopo il rinvio delle elezioni parlamentari e presidenziali, il Paese è in una fase di stallo in attesa che si possa votare per il rinnovo delle istituzioni entro la fine dell’anno.

Il primo ministro somalo Mohamed Roble ha informato ieri il ministero delle Finanze di aver sospeso il prelievo di fondi dai conti del governo senza il suo consenso. Secondo quanto riportano i media locali, in una lettera ai funzionari del ministero delle Finanze, al governatore della Banca centrale e al tesoriere nazionale, Roble ha affermato di aver preso la decisione come misura precauzionale, osservando che l’ordine si estende anche a qualsiasi fondo in arrivo dal Fondo monetario internazionale (Fmi).

“Considerato il periodo di transizione che sta vivendo il Paese e la necessità di prestare maggiore attenzione al processo di esborso, il primo ministro del Governo federale della Somalia ha incaricato il ministero delle Finanze e i destinatari di questo lettera secondo cui nessuna spesa di alcun tipo può essere effettuata senza il consenso del premier somalo”, è scritto nella lettera. Roble ha aggiunto che qualsiasi spesa del governo deve essere approvata da lui, inclusi “gli stipendi di soldati e personale, razioni militari, progetti e qualsiasi altra spesa necessaria per il servizio del governo”. La mossa arriva nel mezzo di una lotta di potere tra Roble e il presidente Mohamed Abdullahi Mohamed Farmajo che si è ulteriormente intensificata con il licenziamento del ministro della Sicurezza interna, Hassan Hundubey Jimale e l’entrata in carica Abdullahi Mohamed Nur, un fermo oppositore di Farmaajo.

La crescente frattura tra i due leader politici ha attirato l’attenzione delle missioni estere e delle Nazioni Unite che hanno invitato i due leader a risolvere le loro divergenze, affermando che la spaccatura potrebbe far deragliare il processo elettorale in corso. Il presidente Farmajo e il primo ministro Roble si sono incontrati sabato per trovare una soluzione alla loro disputa in un incontro che si è concluso senza alcun accordo, con entrambi su posizioni distanti sulla maggior parte delle questioni, compresi i rispettivi poteri costituzionali.

La Somalia sta vivendo un lunghissimo periodo di instabilità iniziato nel 1991 con la caduta del presidente Mohamed Siad Barre. Ai conflitti tra i diversi signori della guerra si sono, nel tempo, sovrapposte le tensioni legate all’insorgere di al-Shabaab, una milizia fondamentalista legata al network di al-Qaeda. Nonostante la dura opposizione da parte delle forze internazionali, i jihadisti controllano ancora gran parte dell’entroterra e mantengono proprie cellule attive anche nella capitale Mogadiscio. Dopo il rinvio delle elezioni parlamentari e presidenziali, il Paese è in una fase di stallo in attesa che si possa votare per il rinnovo delle istituzioni entro la fine dell’anno.

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