Un totale di 43 poliziotti e gendarmi perseguiti per reati di corruzione compariranno davanti al tribunale militare di Abidjan durante il prossimo anno giudiziario. Come si apprende da una nota pubblicata dal governo ivoriano e resa nota dal ministro per la Promozione del buon governo, lo Sviluppo delle capacità e la Lotta contro la corruzione, Epiphane Zoro Ballo, durante una conferenza stampa.
Ballo ha sottolineato che il racket delle forze di difesa e di sicurezza è una situazione preoccupante che può minare le basi dello stato di diritto. “Ecco perché – ha detto – in collaborazione con la giustizia militare, questa forma perniciosa di corruzione deve essere repressa per dissuadere qualsiasi agente che potrebbe essere tentato di indulgere in essa”. Il ministro ha inoltre sottolineato che l’ufficio del procuratore militare è impegnato in “un approccio di tolleranza zero al racket”.
L’iniziativa di lotta alla corruzione nei servizi pubblici in Costa d’Avorio, chiamata “coup de poing” (dare un pugno) è stata lanciata e dettagliata il 14 settembre sempre dal ministro Epiphane Zoro Ballo. L’operazione consiste nello svolgere indagini nelle strutture che erogano servizi pubblici. “Allevierà la vita quotidiana degli ivoriani frenando le più perniciose forme di corruzione”, ha promesso il ministro. L’approccio ha tre componenti, ovvero la fase di preparazione delle operazioni, la fase di attuazione delle operazioni e la fase di attuazione di un sistema anticorruzione nelle strutture interessate.
I settori dei trasporti, della sanità, dell’istruzione, dell’edilizia, della giustizia e della pubblica amministrazione sono nel mirino del ministero incaricato della Promozione del buon governo. La raccolta di informazioni da varie organizzazioni, in particolare Transparency International, dell’Ins (Istituto Nazionale di Statistica) e Afrobaremeter ha permesso, secondo il ministro, di individuare i settori prioritari e le forme più comuni di corruzione più perniciose per le popolazioni.
Tra le aziende pubbliche nel mirino dell’operazione, la Sicta, Société Ivoirienne de Contrôles Techniques Automobiles et Industriels, gli agenti di sicurezza (polizia e gendarmeria) che spesso chiedono denaro durante i controlli stradali, funzionari presso il ministero dell’Istruzione, presso strutture sanitarie, inclusi ospedali pubblici, e nell’ambito della stessa giustizia.
La corruzione costituisce una sfida importante per il buon governo, la crescita economica sostenibile, la pace e lo sviluppo dei Paesi africani, ha ricordato l’agenzia di stampa ufficiale Aip, nel dare la notizia dell’operazione. La Banca africana per lo sviluppo stima che ogni anno in Africa si perdano 148 miliardi di dollari a causa della corruzione.