I delegati del Somaliland hanno votato ieri per eleggere i propri rappresentanti al parlamento di Mogadiscio. Molti lo hanno fatto nascondendo i loro volti con maschere. La regione ha organizzato le elezioni per sei degli undici seggi riservati al Senato federale, dopo mesi di tira e molla sul processo elettorale tra il presidente uscente Abdi Hashi e il vice primo ministro Mahdi Gulaid. Le foto scattate nel centro Asyoni hanno mostrato i delegati in maschera mentre eleggevano il primo gruppo di senatori, provocando scalpore sui social media. Un certo numero di utenti ha espresso disapprovazione.
Non si sa perché lo abbiano fatto. Secondo alcuni utenti dei social media, i delegati potrebbero aver fatto ricorso alla strategia per non farsi riconoscere dai militanti di al-Shabaab, la milizia jihadista legata ad al-Qaeda, che nei mesi scorsi aveva minacciato gli elettori che avrebbero partecipato al voto.
Altri hanno affermato che i delegati indossavano maschere per nascondersi dalle autorità del Somaliland, che potrebbero arrestarli al loro ritorno nella regione. Il Somaliland ha spesso punito i cittadini che hanno mostrato sostegno alla grande Somalia. Civili e politici legati a Mogadiscio sono spesso stati soggetti a pene severe, inclusa la detenzione. In effetti, anche coloro che sono stati eletti mercoledì vivono e lavorano a Mogadiscio e non ad Hargeisa (la capitale della regione settentrionale che nel 1991 ha proclamato la propria indipendenza, ma che non è riconosciuta a livello internazionale).
Tra i vincitori del voto di ieri: il presidente uscente Abdi Hashi Abdullahi, Salah Ahmed Jama, Abdi Ismail Samatar, Osman Abukar Dubbe, Layla Ahmed Ismail e Bilal Idris Abdullahi. Oggi saranno eletti anche i restanti cinque parlamentari.
Il voto ha suscitato commenti positivi a livello internazionale. L’Unione europea ha esortato il Paese e le parti interessate a concludere le elezioni al più presto. “L’Unione europea si congratula per l’elezione in corso della Camera alta a Mogadiscio. L’Ue invita inoltre gli Stati membri federali con seggi rimanenti a concludere rapidamente e i leader somali a rispettare il proprio impegno per la quota del 30% di donne”.