Etiopia, da Somalia e Eritrea appoggio politico ad Addis Abeba

di claudia
Soldati Etiopia Tigray

Somalia ed Eritrea, insieme a Cina e Russia, hanno votato contro la decisione delle Nazioni Unite di creare una commissione che indaghi del Tigray. Dei 47 membri del Consiglio Onu per i diritti umani, 15 hanno votato contro la risoluzione, 21 l’hanno approvata e 11 si sono astenuti. Nelle intenzioni delle Nazioni Unite, la Commissione dovrebbe, tra gli altri compiti, condurre indagini approfondite sulle accuse di violazioni e abusi del diritto internazionale dei diritti umani e delle violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei rifugiati in Etiopia, commesse dal 3 novembre 2020 da tutte le parti in conflitto.

Questo sostegno politico di Mogadiscio e Asmara ad Addis Abeba, si salda con un appoggio militare offerto all’Etiopia nel corso di questo anno di guerra. A giugno, il relatore speciale delle Nazioni Unite per l’Eritrea ha confermato truppe somale erano state trasferite di nascosto nel Tigray dove avrebbero partecipato ai combattimenti contro i miliziani tigrini. La Somalia ha sempre negato la presenza di propri uomini nel Tigray.

Il contingente somalo era formato dai militari inviati da Mogadiscio ad addestrarsi nelle caserme eritree a partire dal 2018. Alle famiglie era stato detto che i loro ragazzi sarebbero stati portati in Qatar per costruire gli stadi della Coppa del Mondo, ma in seguito è emerso che si trovavano in Eritrea.

Anche l’Eritrea è stata anche accusata in vari modi di fornire truppe a sostegno del premier Abiy Ahmed. Gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno affermato che ad agosto altre truppe eritree erano entrate in Etiopia nonostante il governo federale di Addis Abeba avesse dichiarato che non c’erano più soldati eritrei sul suolo etiope. 

Secondo gli ultimi aggiornamenti, l’esercito etiope avrebbe ripreso il controllo di Lalibela, cittadina nota per le sue chiese rupestri. Occupata dai miliziani tigrini nelle scorse settimane, secondo i media statali etiopi, sarebbe tornata sotto il controllo delle truppe dell’esercito federale. Non è chiaro quando le forze governative abbiano riconquistato la città, che ha un significato spirituale per milioni di cristiani ortodossi etiopi ed è passata di mano diverse volte durante il conflitto con tra militari di Addis Abeba e i miliziani del Fronte popolare di liberazione del Tigray.

Le truppe del Tigray la avevano catturata ad agosto, ma le forze governative li avevano respinti all’inizio di dicembre in un’offensiva in corso che ha costretto i tigrini a ritirarsi per centinaia di chilometri. Domenica scorsa, i residenti avevano riferito che i tigrini avevano ripreso la città dopo che i militari e i suoi alleati si erano ritirati.

Il conflitto è in corso da un anno tra tigrini e militari etiopi. I combattimenti, secondo quanto riportano le Nazioni Unite, hanno causato una carestia che ha colpiti 400.000 e ha portato 9,4 milioni di persone a dipendere dagli aiuti alimentari internazionali.

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