Il turismo sanitario vale 40 miliardi in Africa

di AFRICA

Il turismo sanitario in Africa vale 40 miliardi di dollari l’anno e con la pandemia globale che ha cambiato completamente le regole d’ingaggio le opportunità che si aprono per questo settore sono enormi.

di Andrea Spinelli Barrile

In forte espansione già da diversi anni, il turismo sanitario in Africa vede in particolare nei paesi del nord Africa, soprattutto Marocco e Tunisia, come dei pionieri nell’industria del turismo sanitario. In Marocco il turismo sanitario è fiorente da molto tempo, ma è stata la chirurgia estetica ad attirare per primi i pazienti stranieri: il Paese gode di molti vantaggi e di risorse promettenti in questo settore e si prevede che la città medica chiamata Marrakech Healthcare City e situata a sud della città marocchina diventerà la prossima destinazione globale nel campo del turismo sanitario.

Sono in realtà quattro i principali competitor africani nel settore: oltre ai due paesi nordafricani anche il Sudafrica è considerato da tempo un’eccellenza ma secondo il dossier “Sanità in nord Africa”, realizzato dall’Oxford business group, sono in arrivo nuovi player molto agguerriti e con grandi capacità attrattive. L’Egitto ne è un fulgido esempio, da anni alle prese con il tentativo di attirare pazienti da tutta l’area del Mena e del Golfo grazie al suo miglior rapporto qualità-prezzo rispetto ad altri paesi della regione.

“L’obiettivo dev’essere sostenere lo sviluppo di questo settore vitale e riorientare i flussi turistici, spesso diretti verso Giordania, India, Turchia ed Est Europa. Noi africani possiamo farlo grazie ai nostri punti di forza in termini di costi, strutture mediche, strutture sanitarie e capitale umano. Dobbiamo riuscire a sfruttare tutti questi elementi” ha detto Yousry Al-Sharkawy presidente del Consiglio di amministrazione dell’Associazione degli uomini d’affari egiziani in Africa.

La Tunisia è il Paese africano più attivo nel settore del turismo sanitario, in particolare grazie ai suoi trattamenti di talassoterapia, e ogni anno circa 500.000 pazienti stranieri usufruiscono di cure ospedaliere negli ospedali tunisini. Negli ultimi anni il numero di posti letto nelle cliniche private è passato da 2.100 nel 2001 a 6.000 nel 2019, una cifra che può salire, secondo le previsioni degli esperti, a 10.000 posti letto entro il 2024. Allo stesso modo la Tunisia “ha anche un’ottima reputazione nella chirurgia estetica” si legge nel dossier di Oxford.

L’Egitto si è invece classificato al terzo posto per la sua industria del turismo sanitario nel mondo arabo. La regione nordafricana ha una grande opportunità nel settore, in particolare proprio in Egitto e Tunisia, che si trovano rispettivamente al 27esimo e al 28esimo posto nella classifica globale del turismo sanitario. Per l’Egitto il turismo sanitario rappresenta, almeno dal 2019, una nuova fonte di reddito nazionale, con il turismo sempre più collegato alle cure mediche.

Per quanto riguarda l’Algeria, nel 2019 il Paese ha organizzato la prima edizione del Congresso africano per il turismo sanitario, che ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti del settore da tutta l’Africa: il Congresso è stato organizzato con l’obiettivo di sviluppare il turismo sanitario nel continente e rafforzare la cooperazione in questo settore tra i paesi africani. Sin dal 2017 però l’Algeria ha iniziato a mettere in atto un nuovo approccio: in particolare ha riservato 70 sorgenti termali in 34 governatorati a beneficio del settore privato interessato agli investimenti, con l’obiettivo di attirare più turisti sanitari.

L’obiettivo di questi paesi è non solo quello di attirare turisti sanitari ma anche di impedire che i propri cittadini debbano andare all’estero per farsi curare, cosa che rappresenta un costo soprattutto in termini di mancate entrate. Tuttavia, si legge nel report “Medical tourism 2022: the Africa potential” pubblicato da Research&Markets nel novembre scorso, il turismo sanitario non tornerà mai ad essere quello antecedente al 2019 e non vi è alcuna garanzia che le tendenze saranno le stesse. Per questa ragione questi paesi, già protagonisti del boom del turismo sanitario, stanno cercando di ampliare la propria offerta e migliorare l’assistenza sanitaria aprendosi anche alla cittadinanza locale. Tuttavia il turismo sanitario è ancora troppo spesso considerato isolato dal turismo tradizionale e resta piuttosto slegato da altri settori commerciali, come l’assistenza sanitaria locale, l’assicurazione sanitaria obbligatoria e l’assicurazione sanitaria privata.

Il settore è talmente interessante che in occasione dell’African Congress of Medical Tourism, tenutosi a Tunisi a fine novembre, sono arrivate delegazioni da Senegal, Nigeria, Costa d’Avorio, Benin, Libia, Egitto, Guinea ma anche da India, Ucraina, Germania, Italia e Stati Uniti.

In tutto il nord-Africa solo la Libia mostra una tendenza diametralmente opposta ai paesi vicini: è infatti l’unico paese a esportare in massa turisti sanitari.

Per tutti questi paesi il target di pubblico di riferimento preferito è l’anziana popolazione europea, dove l’età media è spesso doppia o persino tripla rispetto al giovane continente africano.

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