Il 2022 segna un passo avanti significativo verso la transizione energetica verde in Marocco: tutti i treni ad alta velocità “Al Boraq” delle Ferrovie marocchine sono d’ora in poi alimentati all’energia da fonte eolica. I treni Al Boraq – una parole che ha la stessa radice di fulmine, e che riprende il nome di una creatura mitologica, un cavallo alato che trasportava i profeti – collegano Tangeri a Casablanca via Kenitra.
di Celine Camoin
L’Ufficio delle ferrovie nazionali (Oncf) spiega, in un comunicato stampa, di aver realizzato la sua trasformazione gradualmente, avendo fatto passare a energia verde il 25% del suo consumo energetico complessivo, con l’obiettivo del 50% nel 2023 prima di arrivare al 100% a medio termine. “Attraverso questa trasformazione ecologica, l’Oncf è in linea con la strategia energetica nazionale, sotto la guida del re Mohammed VI, che pone le energie rinnovabili al centro del mix energetico del nostro Paese”, precisa l’ente.
Negli ultimi anni il vettore ferroviario ha portato avanti diverse iniziative proattive che fanno parte della sua visione eco-responsabile. Tra queste, la progressiva certificazione dei siti ferroviari secondo le norme Iso 14001 e 50001, la realizzazione sistematica di studi di impatto dei grandi progetti, la valutazione annuale dell’impronta di carbonio, l’adozione di un sistema di guida ecologica, l’uso di energie fotovoltaiche alternative nelle stazioni e negli edifici.
Anche oggi, grazie all’energia pulita fornita da un operatore nazionale, l’Oncf rende più verde il ciclo di fornitura dell’energia elettrica della rete ferroviaria nazionale. Secondo l’azienda, ciò consentirà a breve termine di migliorare la propria impronta di carbonio complessiva, con l’equivalente di 120.000 tonnellate di Co2 evitate ogni anno, o addirittura 4 milioni di alberi piantati.
“Viaggiare in treno è uno dei modi migliori per limitare la propria impronta di carbonio. In media, il treno emette da 25 a 30 volte meno gas serra rispetto ad altri mezzi di trasporto”, sottolinea l’ente, specificando che la scommessa dell’Oncf è ora quella di far funzionare tutti i treni con energia da fonti pulite.
La trasformazione ecologica del Marocco prevede un aumento della quota di risorse rinnovabili per portarle, entro il 2030, a oltre il 52% della capacità installata. Tra i progetti di rilievo c’è il parco solare multi-tecnologico Noor Ouarzazate, nella regione di Drâa-Tafilalet. Questo progetto, da solo, consentirà di fornire elettricità pulita a circa 2 milioni di persone.
Il Marocco vanta di essere uno dei Paesi emergenti più impegnati nello sviluppo dell’energia eolica e solare. Il paese è in realtà il maggiore importatore di energia in Nord Africa, con un tasso di dipendenza da combustibili fossili superiore al 90%. Il mix energetico è dominato dagli idrocarburi (52% nel 2019) e dal carbone (33% nel 2019) destinato alla produzione di elettricità. È proprio questa condizione di svantaggio che ha spinto allo stesso tempo il Paese a imboccare con decisione la strada della transizione energetica. In realtà, tuttavia, il Paese è rimasto indietro rispetto agli obiettivi prefissati; secondo i pareri emersi, a incidere sono stati i ritardi nell’aggiornamento delle normative e nella creazione di una speciale Authority, di fatto entrata in funzione solo di recente.
Sul fronte delle emissioni si prevede una riduzione del 17% entro il 2030, che secondo il governo potrebbe salire al 42% se gli aiuti internazionali promessi verranno erogati. Attualmente, il tasso di energia rinnovabile rispetto alla potenza elettrica installata è fermo al 34%.