Si sta quasi delineando un vero e proprio incidente diplomatico-militare tra il Mali e l’Unione europea, che da giorni si scambiano dichiarazioni sulla legittimità o meno della presenza in territorio maliano dei contingenti militari europei della forza multinazionale antiterrorismo Takuba.
di Andrea Spinelli Barrile
Il pomo della discordia questa volta non è la Francia, presente in Mali con la Barkhane, ma la Danimarca, che ha annunciato l’invio di un contingente di 100 forze speciali proprio nell’ambito di un rafforzamento della Takuba. Contingente che tuttavia, secondo le autorità della giunta militare maliana, non ha alcun titolo per restare in Mali perché la sua presenza non sarebbe stata concordata tra Copenhagen e Bamako, tantomeno autorizzata dai maliani.
Il 25 gennaio il ministro degli Esteri danese, con un post sui social, ha chiarito che la Danimarca considera valido un accordo tra il paese africano e quello europeo concordato l’estate scorsa relativamente alla presenza di militari danesi in Mali. Il pomo della discordia è tutto qui, nei termini dell’accordo: secondo la Danimarca basta comunicare alle autorità locali l’invio di nuovi soldati mentre la versione del Mali insiste sulla necessità di un’autorizzazione formale delle autorità di Bamako a ricevere truppe straniere.
Autorizzazione che, secondo Abdoulaye Maiga, portavoce del governo del Mali, non c’è mai stata: ”Il governo di Transizione, con nota verbale del 16 novembre 2021, ha indicato al governo del Regno di Danimarca che la sua richiesta è all’esame e che gli sarà comunicato un seguito”. Insomma, secondo il Mali documento è ancora in forma di bozza e nessun accordo autorizza il dispiegamento di forze speciali danesi all’interno della Takuba.
A sostegno di questa tesi Maiga ha specificato, in un comunicato stampa, che altri tre paesi europei, Norvegia, Portogallo e Ungheria, “sono attualmente, come la Danimarca, in attesa della convalida dell’accordo sullo status delle forze da parte del governo maliano” ma che, a differenza dei danesi, gli altri partner europei non hanno schierato le loro forze speciali. Quegli stessi paesi tuttavia, nella giornata di ieri, hanno criticato la richiesta avanzata dalle autorità maliane ai danesi, e ribadita più volte anche ieri, di ritirare “immediatamente” il contingente