Africa: Amref, su salute per il 67 per cento degli italiani Ue deve fare di più

di claudia

Per le sfide sanitarie l’Europa deve fare di più: lo pensa il 67% degli italiani, intervistati da Ipsos per Amref. Lo ricorda Amref, alla vigilia del vertice tra Unione europea e Unione africana, dove si discuterà di sistemi sanitari e produzione di vaccini. “É arrivato il momento di riparare alle ingiustizie”, ha dichiarato il Direttore globale di Amref Health Africa, cui ha fatto eco Guglielmo Micucci, Direttore di Amref Health Africa in Italia: “L’Europa ha la possibilità di segnare un punto di svolta, attraverso questo Summit”.

Gli italiani – intervistati a novembre da Ipsos, per Amref – alla domanda se i Paesi ad alto reddito devono aiutare i Paesi a medio e basso reddito, hanno risposto che “l’Europa dovrebbe fare di più per aiutare l’Africa”. Il 67% degli intervistati la pensava così, il 17% che “sta contribuendo troppo”; il 16% che “sta agendo correttamente”. Tra i primi tre interventi che l’Europa deve mettere in atto – secondo l’indagine Ipsos La Narrazione sull’Africa –  due hanno a che fare con la salute, punto di cui si discuterà al summit: realizzare strutture ospedaliere, acquisto vaccini covid per Paesi Africani e realizzazione di infrastrutture idriche.

Uno dei punti molto discussi sarà quello della proprietà intellettuale dei vaccini, che sicuramente verrà toccato al summit tra Ue e Ua, dato il richiamo alla “produzione”, inserito come secondo tema in agenda. Dall’indagine Ipsos per Amref, secondo 7 italiani su 10, i brevetti limitano la produzione dei vaccini e quindi la possibilità anche per le persone dei Paesi più poveri di ricevere la vaccinazione contro il coronavirus. Tuttavia, 6 su 10 sostengono che i brevetti siano necessari per evitare la produzione incontrollata di vaccini e quindi i potenziali rischi per la salute pubblica.

“È arrivato il momento di riparare alle ingiustizie”, ha dichiarato Githinji Gitahi, Direttore di Amref Health Africa intervenuto all’Africa-Europe Week, manifestazione in preparazione al summit. “L’accesso ineguale ai vaccini è semplicemente un’evoluzione delle ingiustizie di natura storica a cui abbiamo assistito nei secoli passati. C’è molto lavoro da fare, e la scarsa coerenza dell’Europa rappresenta un grande ostacolo”, ha aggiunto nel suo intervento a un dibattito sulle modalità per rafforzare i sistemi sanitari e raggiungere insieme la copertura sanitaria universale. “Da un lato – ha proseguito – l’Europa intralcia la condivisione delle conoscenze e la decisione di derogare i diritti di proprietà intellettuale sui vaccini, dall’altro è il più grande sostenitore della copertura sanitaria universale. Ci deve semplicemente essere più coerenza. Il continente africano ospita il 17% della popolazione mondiale, ma sopporta oltre il 24% del carico globale di malattie, e ha solo il 3% del personale sanitario.” Il Direttore di Amref Health Africa, in conclusione, ha ringraziato l’Unione Europea per il sostegno alle infrastrutture di salute pubblica in Africa.

Da parte sua, il Direttore di Amref Health Africa in Italia, Guglielmo Micucci, ha dichiarato: “Ancora una volta l’Europa ha la possibilità di mostrare al mondo intero di essere veramente quella istituzione fatta di persone in grado di sostenere uno sviluppo umano di lungo periodo non solo per il nostro continente ma per tutto il mondo. Quello che questo summit può rappresentare è la cifra di un futuro che è già presente. Dove l’interdipendenza tra Europa e Africa non riguarda solo l’economia e il mercato dei beni ma anche i diritti e la salute. E la pandemia lo ha reso estremamente evidente. Bisogna avere il coraggio di farlo e l’Europa ha le capacità e la forza per farlo. Per essere di esempio e cancellare una volta per tutte una storia che ha visto spesso, troppo spesso, le promesse non diventare realtà. Il summit può essere una svolta importante. Bisogna volerlo”. 

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