La Community empowerment for progress organization (Cepo) lancia oggi una rivista trimestrale chiamata Voice of women, per far sentire le voci delle donne in Sud Sudan. Il magazine si rivolge alle donne che operano in politica, università, società civile, media, affari, enti non governativi, settore pubblico e privato. La rivista tenterà di far conoscere i ruoli e gli sforzi delle donne nello sviluppo della società, inclusa la partecipazione politica e civile delle donne alla vita pubblica. Il lancio della rivista coincide con la Giornata internazionale della donna dell’8 marzo.
“Crediamo fermamente che la nostra partnership con il governo, le autorità statali, le entità non governative internazionali e autoctone, le istituzioni religiose e non religiose, i settori privati, gli individui e le comunità stimolerà efficacemente il progresso nello sviluppo dei servizi nazionali e internazionali”, ha spiegato il direttore esecutivo di Cepo, Edmund Yakani. “È mio impegno che Voice of women agisca da piattaforma per sollevare e amplificare le voci e la visibilità delle donne leader di tutti i settori della vita, comprese le donne con disabilità. Questa edizione di Voice of women è dedicata alla celebrazione delle nostre donne al comando”, ha sottolineato Yakani.
La pubblicazione è sostenuta dall’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne, nota anche come Un Women. Paulina Chiwangu, la vice rappresentante nazionale delle Nazioni Unite per il Sud Sudan, ha affermato che “è storico avere una rivista dedicata ad amplificare le voci e gli sforzi delle donne per la pace e la sicurezza in Sud Sudan, tra i vari aspetti”.
Secondo Chiwangu, “questa rivista dimostra chiaramente l’impegno di Un Women a sostenere la partecipazione delle donne agli affari sociali”. Le Nazioni Unite si impegneranno insieme a Cepo per garantire “che la richiesta di uguaglianza di genere si traduca in realtà in Sud Sudan”, ha aggiunto. Una disposizione del rivitalizzato accordo di pace sud sudanese prevede una quota minima del 35% per la partecipazione delle donne alla vita pubblica.
La nuova rivista può servire inoltre a rendere i media nazionali più liberi e inclusivi. Un decennio dopo la sua indipendenza dal vicino Sudan, il Sud Sudan si è classificato al 139esimo posto su 180 paesi nell’indice mondiale della libertà di stampa.