“Non c’è mai stato, né ci sarà, un piano del governo della Tanzania per sgomberare i Masai dalle loro terre ancestrali”. Con questo messaggio pubblicato dal suo account Twitter il presidente Jakaya Kikwete ha smentito l’ipotesi che 40.000 persone nell’area di Loliondo, nel nord del paese, potessero essere costrette a lasciare le loro case per fare spazio a una riserva di caccia destinata a principi arabi.
Sulla vicenda, che si trascina da anni, era tornata a lanciare l’allarme nei giorni scorsi l’organizzazione di attivisti Avaaz. Avaaz aveva lanciato in materia una petizione online che – secondo gli ultimi dati diffusi dalla stessa organizzazione – ha raccolto due milioni e 300.000 firme.
Sam Barratt, direttore della campagna per il gruppo, ha definito quanto avvenuto “un risultato importante”, notando che questo è il primo impegno formale preso da un capo di Stato della Tanzania negli ultimi 20 anni. Secondo quanto riferisce un comunicato della stessa Avaaz, ora i capi dei Masai chiederebbero un documento che attesti i loro diritti sulla terra, situata ai margini del parco del Serengeti. Secondo la legge tanzaniana, tutta la terra appartiene allo Stato che può concederla in usufrutto per periodi più o meno lunghi. – Misna