Africa: crisi ucraina, Fmi teme tensioni sociali e più povertà

di AFRICA
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Rischia di alimentare le tensioni sociali in Africa la guerra in Ucraina, che ha già come conseguenza uno choc nei mercati globali delle materie prime che alimenterà l’inflazione, colpirà le famiglie più vulnerabili della regione, aggraverà l’insicurezza alimentare e farà aumentare i tassi di povertà: lo sottolinea il Fondo monetario internazionale (Fmi) in un comunicato dal titolo “Africa sub-sahariana: un nuovo choc e poco margine di manovra”.

di Céline Camoin

La guerra in Ucraina ha già cambiato le prospettive a breve termine per l’Africa subsahariana, deplora l’Fmi, che si dice “pronto ad aiutare”. Ricordando che l’attività economica è aumentata inaspettatamente lo scorso anno, spingendo le previsioni di crescita per la regione Africa sub-sahariana dal 3,7% al 4,5%, rammenta che “la guerra cambia tragicamente il corso degli eventi e rallenterà la crescita al 3,8% nel 2022”.

Questa nuova crisi, ricorda l’Fmi, si aggiunge a una pandemia persistente, mentre l’evoluzione degli oneri finanziari e della domanda globale è soggetta a una crescente incertezza, il che complica notevolmente il compito delle autorità pubbliche, che devono far fronte a un aumento dei bisogni, un aggravamento dei rischi e un restringimento dei loro campo d’azione.

“Al di là delle crisi attuali – raccomanda – i governi devono agire con decisione per diversificare l’economia, incoraggiare l’integrazione regionale (anche attraverso l’Africa Continental Free Trade Area), sbloccare il potenziale del settore privato e affrontare le sfide del cambiamento climatico”. L’aumento dei prezzi del petrolio potrebbe generare ricavi eccezionali per gli otto Paesi esportatori della regione. Ma d’altra parte, amplierà gli squilibri commerciali e aumenterà il costo della vita negli altri 37 Paesi. “Negli ultimi mesi, infatti, abbiamo notevolmente aumentato la nostra previsione di inflazione, di quattro punti percentuali rispetto alla media regionale del 2022, che rappresenta la peggiore performance dal 2008”, scrive l’Fmi.

Per la maggior parte dei Paesi, “questa nuova crisi arriva in un momento estremamente difficile, poiché la pandemia di Covid-19 entra nel suo terzo anno, le riserve fiscali e internazionali sono già esaurite e i governi hanno un margine di manovra limitato”.

Abebe Aemro Selassie, direttore del Dipartimento africano dell’Fmi, ha individuato le aree d’azione prioritarie per le autorità. “Sul fronte sanitario, i Paesi della regione devono accelerare ulteriormente le loro campagne di vaccinazione per limitare il rischio di nuove ondate di Covid-19. Devono proteggere le famiglie più vulnerabili senza compromettere la sostenibilità del debito. I rapporti del debito pubblico non sono stati così elevati per più di due decenni e molti paesi a basso reddito sono sovraindebitati o quasi. La politica fiscale dovrebbe proteggere le famiglie vulnerabili dall’aumento dei prezzi di cibo ed energia, senza aggravare le vulnerabilità del debito. Fornire trasferimenti mirati alle famiglie vulnerabili è il primo e migliore passo da compiere (…). “La seconda difficoltà sarà contenere l’inflazione senza compromettere la ripresa”, secondo l’esperto. Nei Paesi esportatori di materie prime, invece, i prezzi più elevati potrebbero generare entrate fiscali eccezionali. Tuttavia, data l’incertezza prevalente e la precarietà che spesso caratterizza le loro posizioni di bilancio, i Paesi interessati devono utilizzare la maggior parte di questi guadagni per ricostruire il proprio margine di manovra”.

L’Fmi ammette che “sarà difficile negoziare questa traiettoria complessa, così tanti Paesi avranno bisogno di assistenza internazionale”. Ricorda che l’anno scorso, lo stanziamento di 23 miliardi di dollari per i diritti speciali di prelievo (Dsp) ha contribuito a finanziare le spese urgenti durante la pandemia. “L’impegno del Gruppo dei Venti di trasferire 100 miliardi di dollari in Dsp a Paesi vulnerabili è un’altra pietra miliare per il futuro e il nuovo Fondo fiduciario per la resilienza e la sostenibilità aiuterà a garantire che queste risorse siano utilizzate per fornire un supporto essenziale in termini di politica economica e finanziamento nel lungo termine”.

La comunità internazionale dovrebbe, tuttavia, andare oltre, ad esempio rimuovendo gli ostacoli all’attuazione del quadro comune e consentendo ristrutturazioni del debito rapide ed efficaci ove necessario, raccomanda l’istituzione.

Oltre alla pandemia e alle attuali tensioni geopolitiche, “creare posti di lavoro e raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile richiederà una crescita forte, inclusiva e sostenibile nell’Africa subsahariana”, ha affermato Selassie. “Per fare ciò, i governi dovranno intraprendere azioni decisive per diversificare ulteriormente la propria economia, sbloccare il potenziale del settore privato e affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici”.

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