Iniziata il 9 maggio, la conferenza Cop15 si è conclusa nel fine settimana ad Abidjan con una trentina di impegni, tra cui “accelerare il ripristino di un miliardo di ettari di terra degradata entro il 2030 migliorando la raccolta e il monitoraggio dei dati”, si legge nella dichiarazione finale rilasciata al termine della conferenza.
La Cop15 si impegna inoltre a “costruire la resilienza alla siccità identificando l’espansione delle zone aride”, a “combattere le tempeste di sabbia e polvere e altri rischi crescenti di disastri” e ad “affrontare le migrazioni forzate e gli spostamenti causati dalla desertificazione e dal degrado del territorio”.
Le future riunioni della Conferenza delle Parti (Cop15) della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (Uunccd) e dei suoi organi sussidiari si terranno in Arabia Saudita (Cop16 nel 2024), Mongolia (Cop17 nel 2026) e Uzbekistan (Comitato di revisione dell’attuazione della Unccd nel 2023).
Con oltre 7.000 partecipanti, la presenza di 196 Paesi e dell’Unione Europea, la diffusione di 4.000 articoli in 40 lingue in 120 Paesi del mondo, il Segretario esecutivo della Convenzione Onu per la lotta alla desertificazione, Ibrahima Thiaw, ha definito la Cop15 di Abidjan “eccezionale”.
Per Ibrahima Thiaw, la questione del ripristino della terra è cruciale per l’umanità, perché il 40% del pianeta è già degradato e 1/4 delle emissioni di gas serra derivano dal degrado della terra. “Se ripristiniamo la terra, riduciamo le emissioni di CO2 e le riportiamo nel terreno”, ha dichiarato durante la conferenza stampa di chiusura.
L’ivoriano Alain Richard Donwahi, presidente della Cop15, si è impegnato a raggiungere gli obiettivi prefissati: “durante questi due anni, faremo in modo di dare eco alle decisioni prese per garantire che, di fronte alle sfide globali, si possa andare verso un futuro sostenibile e prospero”, ha detto alla conferenza stampa.
Durante la cerimonia di chiusura, il primo ministro ivoriano, Patrick Achi, ha invitato “tutte le parti a dare prova di efficienza e rapidità nell’attuazione dei progetti già individuati e di quelli che emergeranno domani, al fine di migliorare in modo significativo il benessere delle popolazioni della subregione e, di rimbalzo, quello del continente e del mondo intero”. Ha anche elogiato “tutti i partner tecnici e finanziari, nonché i donatori, che hanno accettato di sostenere la Costa d’Avorio nell’attuazione del “Programma Abidjan Legacy”, impegnandosi a finanziare più di 2,5 miliardi di dollari in 5 anni, rispetto agli 1,5 miliardi previsti”. Cop15 si è svolta all’insegna del tema centrale: “Terra. Vite. Patrimonio: da un mondo precario a un futuro prospero”.
Foto di apertura: Marco Gualazzini