di Valentina Giulia Milani
I possessori di feticci saranno presto censiti a Natitingou, nel dipartimento beninese di Atacora. Dalla stampa locale si apprende che l’iniziativa nasce da un comitato di hounnongan – sacerdoti tradizionali – e fa seguito al sacrificio di un ragazzo a un feticcio avvenuto sabato scorso nella località di Winkè.
L’iniziativa nasce dalla volontà dei leader dei culti tradizionali di porre fine ai crimini rituali nella città di Natitingou. A tal fine è stato istituito un comitato hounnongan. L’obiettivo è quello di censire tutti i possessori di feticci della città.
Sabato 28 maggio, uno studente di 27 anni ha sgozzato un bambino di 4 anni a Natitingou. Il corpo senza vita della vittima è stato scoperto in una stanza che ospitava un feticcio. Il presunto criminale è già stato interrogato dal pubblico ministero.
Ma cosa sono i feticci? Il termine feticcio è stato utilizzato per la prima volta dai portoghesi nel XVI secolo: “feitiço” significa “incantesimo” e negli anni ha assunto, per gli occidentali, una valenza negativa. La parola deriva dal latino “facticius”, ossia “idolo falso”. I colonizzatori che entrarono in contatto con le popolazioni autoctone del Benin non riuscivano infatti a comprendere le loro usanze religiose secondo le quali le divinità vudù popolano la natura e tutti i suoi elementi: la terra, gli alberi, le pietre e gli oggetti inanimati.
I culti animisti credono che queste divinità si manifestino sotto numerose sembianze e forme: statuette e figure scolpite nella pietra o nell’argilla che vengono quindi venerate. Sono proprio questi oggetti i feticci. Tra i vari feticci si annoverano le statuette-reliquie, ossia statuette antropomorfe che, nella zona del ventre, hanno una cavità per deporvi gli oggetti ritenuti magici: pietre, conchiglie, artigli, denti di leopardo o leone.
Questi feticci derivano dai reliquari cristiani, introdotti sempre dai portoghesi nell’intento di cristianizzare le religioni locali. Altri feticci sono a forma di croce ed esistono anche immagini per il culto della fecondità, come quella della madre con bambino. Tra i feticci di carattere maligno ci sono i feticci da chiodi, che consistono in raffigurazioni di uomini e animali che si crede agiscano per magia simpatica: quando si desidera nuocere a qualcuno, si conficca un chiodo nella scultura e si recitano contemporaneamente delle formule magiche prescritte. Non mancano in Benin, come anche in Togo, i mercati dei feticci.