Sono circa 120 le vittime dei massacri perpetrati nel territorio di Beni, nel Nord Kivu, durante il solo mese di ottobre. I massacri sarebbero presumibilmente attribuiti alle Forze Democratiche Alleate (ADF), un gruppo armato di origine ugandese ma attivo nell’est della Repubblica Democratica del Congo, come ricorda una nota inviata all’Agenzia Fides dalla Rete Pace per il Congo sugli ultimi episodi di violenza nella regione (vedi Fides 24/11/2014).
Il documento, citando alcuni studi recenti, traccia uno scenario più complesso nel quale l’ADF è spesso usato come paravento da parte di altri attori. “Secondo la giornalista Caroline Hellyer – afferma il rapporto – è possibile che i recenti massacri commessi nel territorio di Beni siano opera delle ADF, ma potrebbero anche essere stati commessi da alcuni miliziani Mai-Mai (milizie locali di “autodifesa”, ormai però degenerate in gruppi banditeschi, ndr.) aventi stretti legami con le ADF. Quando hanno interessi comuni, infatti, le ADF e certi gruppi armati Mai-Mai possono lavorare insieme, per poi dissociarsi quando non ci sono più interessi comuni. Secondo la giornalista, occorre ricordare che le ADF vivono nell’est della RDC da oltre 25 anni e che, quindi, hanno creato e mantenuto forti connessioni locali”.
“Per questo – continua la nota – le ADF non sono un gruppo armato dai contorni ben definiti. I membri delle ADF si sono mescolati con la popolazione. Alcuni di loro possono essere dei vicini di casa. Altri possono essere attivi solo temporaneamente. Insomma, le ADF fanno parte di una rete più vasta, costituita da politici e ufficiali militari locali, da uomini forti e di gruppi di interesse economico. Questa rete criminale ha spesso preso il sopravvento su certi settori del commercio, dell’economia locale, della società, dell’esercito, della politica e dell’amministrazione”.
Per risolvere questa situazione, occorre aprire delle inchieste sulla vera origine degli attacchi e dei massacri perpetrati sul territorio di Beni contro le popolazioni civili e perseguire nella giustizia gli autori e i complici di questi massacri; aprire delle inchieste sulla malversazione dei salari dei militari da parte di certi ufficiali dell’esercito e sull’attività commerciale illegale in cui sono implicati altri ufficiali militari; effettuare i cambiamenti necessari nella catena di comando della zona operativa di Beni, al fine di disporre di un comando militare al di sopra di ogni sospetto. I finanziatori internazionali, infine, devono condizionare l’appoggio finanziario e tecnico all’obbligo, da parte del governo congolese, di rispettare i diritti umani e di lottare contro l’impunità all’interno delle forze di sicurezza. – Ag. Fides