di Claudia Volonterio
Si chiama Edward Mukiibi il giovane agronomo ugandese che ha preso il timone della celebre associazione internazionale Slow Food, nata negli anni Ottanta con l’obiettivo di difendere e diffondere le singole tradizioni agricole ed enogastronomiche di ogni parte del mondo. Il neo presidente succede al fondatore Carlin Petrini, con cui ha lavorato in questi anni dal 2014 in qualità di vicepresidente.
Edward Mukiibi, 36 anni, è nato lo stesso anno in cui è stata fondata Slow Food. Un destino già tracciato? La passione e l’impegno del nuovo presidente a difesa di un’agricoltura sostenibile e della valorizzazione delle tecniche agricole tradizionali, ha avuto inizio già dai tempi dall’infanzia.
Mukiibi, come si apprende dal sito dell’associazione, è nato nella zona di Kisoga, un’area distante una quarantina di chilometri dalla capitale dell’Uganda, Kampala, sulle sponde settentrionali del Lago Vittoria, da una famiglia che aveva come principale mezzo di sostentamento proprio l’agricoltura. Fin da ragazzino amava andare nell’orto con i suoi genitori, che gli hanno trasmesso il valore della terra e dei frutti che è in grado di produrre. A scuola si è invece dovuto scontrare con una concezione del lavoro agricolo diverso, un’attività da far fare agli studenti come punizione, non come un insegnamento. Crescendo ha sempre pensato che avrebbe voluto lavorare per cambiare questa prospettiva.
Dopo la scuola ha conseguito una laurea triennale in Agricoltura e gestione del territorio presso la Makerere University di Kampala e un Master in Gastronomia all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Italia). Gli anni dell’università hanno tracciato il percorso di Mikiibi, che ha cominciato già allora a lavorare a stretto contatto con gli agricoltori, studiando i limiti e le opportunità che la terra era in grado di offrire, cercando di trovare un modo per valorizzare le tecniche tradizionali. “Iniziai a pensare di lavorare per ricostruire il sistema agricolo locale, basato sulle risorse, le conoscenze e i metodi tradizionali; in altre parole, rigenerare i sistemi locali per renderli più resilienti di quanto non fossero prima”, spiega il neo presidente di Slow Food.
Oggi, oltre a ricoprire questa importante carica, Mukiibi lavora come educatore nel campo dell’alimentazione e dell’agricoltura ed è attivo nella diffusione e nella promozione di progetti sociali in questi ambiti.
“È il momento giusto per ricostruire, rafforzare e rinnovare. Anche le più piccole azioni messe in campo dalle nostre comunità sono portatrici di una speranza concreta e generano un impatto positivo sulle nostre vite, perché siamo una famiglia globale: ciò che riguarda uno di noi riguarda tutti, indipendentemente dalle differenze geografiche, sociali e culturali. Come Slow Food, è importante essere coscienti del fatto che una piccola azione intrapresa a livello locale può avere un impatto enorme altrove”, ha sottolineato Mukiibi.