di Claudia Volonterio
A Dar es Salaam, la città più grande della Tanzania, c’è una piccola scuola di karate frequentata da un gruppo di persone albine che, oltre all’autodifesa, grazie a questa disciplina hanno imparato la fiducia in se stessi.
La storia di Farahani, studente di karate di Dar es Salaam, Tanzania, resa nota dal media online Aljazeera, è un simbolo di forza e resilienza. Farahani ha ventinove anni ed è albino. Da più di un anno frequenta con regolarità una scuola di karate insieme ad altre persone con albinismo, sperando di diventare un giorno un istruttore. Il suo obiettivo è insegnare e trasmettere alle generazioni future che vivono nascoste a causa dell’albinismo una forza non solo fisica, ma mentale, necessaria ad affrontare a testa alta i numerosi pregiudizi e soprusi che ancora le persone albine devono affrontare, nel Paese e altrove nel continente. Sugli albini pesa il fardello della superstizione: c’è chi li considera immortali, chi non umani ma alla stregua di fantasmi, o ancora che siano stati maledetti.
Purtroppo ancora oggi sono diversi i casi in cui le persone albine finiscono vittime di macabri riti che portano alla loro uccisione e spesso all’utilizzo di parti del loro corpo per fantomatici incantesimi, effettuati con lo scopo di ottenere successo, potere o una cura per alcune malattie.
Farahani riferisce ad Aljazeera che prima di frequentare i corsi di karate viveva una costante frustrazione, dovendo convivere con le molestie e lo scherno da parte delle persone che lo circondavano fin dall’infanzia, compagni di classe inclusi.
Un giorno il giovane prende la fortunata decisione di frequentare un corso estivo di arti marziali tenuto da Jerome Mgahama, istruttore di karate da oltre 20 anni e fondatore del club della Japanese Karate Association a Dar es Salaam. Dal corso estivo, Mgahama racconta ad Aljazeera di aver avuto l’idea di creare una palestra e un corso stabile dove le persone albine potessero allenarsi, colpito dalla serenità ed entusiasmo che traspariva nei ragazzi che praticavano le arti marziali anche in un solo allenamento durante i campi estivi. “Esercizio fisico e nuove abilità rafforzano gli studenti” spiega l’istruttore.
Ben presto si è reso conto però che per portare un cambiamento reale avrebbe dovuto coinvolgerle gli studenti stessi nella formazione, farli diventare istruttori. A Dar es Salaam ha iniziato un programma di formazione gratuito e progettato per addestrare i tanzaniani più anziani con albinismo come istruttori di karate, nella speranza di espandere notevolmente la portata del programma.
Il gruppo si sta allenando da oltre un anno e ha già raggiunto il traguardo della cintura verde. “Stiamo cercando di dimostrare che le persone con albinismo sono capaci quanto chiunque altro. Vogliamo essere d’esempio per i giovani che trascorrono gran parte del loro tempo nascosti, lontano dal mondo a causa dell’albinismo”, ha sottolineato Farahani, che aggiunge: “È solo un colore.”
Foto di Alida Vanni