Un gruppo ancora non identificato di uomini armati ha fatto irruzione ieri mattina in un complesso del Programma alimentare mondiale (Pam) a Makelle, nella regione del Tigray in Etiopia, saccheggiando 12 serbatoi pieni di oltre mezzo milione di litri di carburante, recentemente acquistato e stoccato dal Pam per le proprie attività nella regione etiope in conflitto.
Lo si apprende da un comunicato stampa del Pam, che spiega che senza quel carburante sarà “impossibile distribuire cibo, fertilizzanti, medicinali e forniture di emergenza in tutto il Tigray”.
Il Programma alimentare mondiale, nel suo comunicato, sostiene che il gruppo armato fosse affiliato al Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf), che controlla la regione ed è in conflitto con il governo di Addis Abeba dal 2020: “Chiediamo alle autorità del Tigray di restituire immediatamente queste scorte di carburante. Poiché il prossimo raccolto non avverrà prima di ottobre, le nostre consegne di cibo salvavita non potrebbero essere più urgenti e fondamentali per la sopravvivenza di milioni di persone”.
Il Pam sostiene che nel Tigray ci siano almeno 5,2 milioni di persone bisognose di assistenza e che devono affrontare “una grave fame”. “È riprovevole che milioni di persone vengano spinte ulteriormente verso la fame dalla ripresa dei combattimenti nel nord dell’Etiopia. Negli ultimi mesi, la tregua umanitaria ha permesso al Pam e ai nostri partner di raggiungere quasi 5 milioni di persone nel Tigray. Tuttavia, ieri quell’ancora di salvezza è stata tagliata” scrive il Pam nel suo comunicato, specificando che il carburante era utilizzato anche per alimentare i generatori di corrente delle strutture delle Nazioni unite e dei suoi partner attivi sul campo.
Ciò significa che è a rischio non solo l’attività del Programma ma anche tutte le attività collaterali dei suoi partner, impossibilitati ad operare dall’assenza sia di carburante che di corrente elettrica.
Le autorità della regione settentrionale etiope del Tigray hanno negato l’accusa delle Nazioni unite. Il capo del Pam David Beasley ha detto in un comunicato che il furto è avvenuto ieri mattina, quando sono scoppiati di nuovo i combattimenti tra Tplf e governo di Addis Abeba, che hanno rotto la tregua umanitaria concordata a marzo tra le parti: “Un gruppo di uomini armati è entrato nel complesso del Pam a Mekelle e ha saccheggiato 12 serbatoi pieni di oltre mezzo milione di litri di carburante. Questo carburante era stato recentemente acquistato dal Pam” per le proprie attività umanitarie nella regione. In risposta a queste accuse, il governo regionale del Tigray ha definito i commenti del Pam “incendiari” e ha affermato che stava “riprendendo” 600.000 litri di carburante che aveva “prestato” al Pam alcuni mesi fa: “Abbiamo semplicemente chiesto di essere rimborsati, in conformità con l’accordo che avevamo” si legge in una dichiarazione del governo tigrino citata dalla Bbc. Nella dichiarazione si specifica che “il carburante verrà utilizzato per gestire i servizi di base, come ospedali, cliniche e altre strutture sanitarie in tutto il Tigray, che sono state saccheggiate e danneggiate dalle forze di invasione”.
La dichiarazione dei tigrini specifica anche che il governo regionale auspica che l’equivoco possa essere risolto: “Rimaniamo impegnati a collaborare con i partner umanitari mentre lavorano duramente per affrontare la catastrofica crisi umanitaria che imperversa nel Tigray. In questo spirito, siamo pronti a risolvere tutte le questioni in sospeso in discussione con i funzionari del Pam”.
Il conflitto nel Tigray, iniziato nel novembre 2020, ha provocato la morte di decine di migliaia di civili e ha lasciato milioni di persone bisognose di aiuti umanitari, quasi 6 milioni sostiene il Pam. Entrambe le parti si sono incolpate a vicenda per aver innescato i nuovi scontri, esplosi nella città di Kobo vicino al confine del Tigray nella regione di Amhara. (AGI)