di Federico Monica – PlaceMarks – A look at a changing Africa
Nove anni fa, il tre ottobre 2013, in questo specchio di mare da cartolina 388 persone morivano annegate mentre cercavano di raggiungere l’Europa.
La maggior parte di loro erano Eritrei, avevano attraversato la frontiera verso il Sudan nottetempo, in fuga dal servizio militare permanente o in cerca di un futuro migliore. Avevano superato il deserto e le sue insidie pagando migliaia di dollari trafficanti senza scrupoli. Avevano vissuto per settimane o mesi l’inferno della Libia, fra torture e stupri.
Avevano superato anche il Mediterraneo, di notte, nel freddo di ottobre. Molti di loro non avevano mai visto il mare e non sapevano nuotare. Il peschereccio su cui erano stipati in più di 500 si è rovesciato ed è affondato a meno di novecento metri dalla costa di Lampedusa, quando già potevano vedere le luci di un’Europa brava a parlare di solidarietà ed accoglienza ed altrettanto brava a erigere muri e barriere.
Non sono stati i primi e purtroppo nemmeno gli ultimi: il Mediterraneo è un enorme cimitero che deve interrogare le nostre coscienze.
Isola dei conigli, Lampedusa.
35°30’13.04″N 12°33’25.76″E