La nuova frontiera europea è l’Egitto, fondi Ue alla guardia costiera per fermare i migranti

di AFRICA

di Tommaso Meo

L’Unione europea ha firmato un accordo con l’Egitto per la prima fase di un programma di gestione delle frontiere da 80 milioni di euro, si apprende da una dichiarazione della delegazione dell’Ue al Cairo. Il progetto ha l’obiettivo di aiutare le guardie costiere e di frontiera egiziane a ridurre la migrazione irregolare e la tratta di esseri umani lungo il confine e prevede l’acquisto di apparecchiature di sorveglianza come navi di ricerca e soccorso, telecamere termiche e sistemi di posizionamento satellitare, secondo un documento della Commissione europea.

L’accordo per la prima fase del progetto da 23 milioni di euro è stato firmato durante una visita al Cairo del commissario Ue per il vicinato e l’allargamento, Oliver Varhelyi. Il patto sarà implementato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e da Civipol, un’agenzia del ministero dell’Interno francese, e dovrebbe includere la fornitura di quattro navi di ricerca e soccorso, ha affermato Laurent de Boeck, capo dell’ufficio dell’Oim in Egitto. I restanti 57 milioni di euro sono previsti per il prossimo anno “per l’identificazione di ulteriori attrezzature”, secondo quanto scriveva la Commissione europea già a giugno.

Dalla fine del 2016, la migrazione verso l’Europa dalla costa settentrionale dell’Egitto ha subito un forte rallentamento, ma durante i primi cinque mesi di quest’anno oltre 3.500 egiziani sono fuggiti dal Paese via mare, quattro volte di più che nello stesso periodo nel 2021. La migrazione degli egiziani è in aumento anche attraverso il lungo confine desertico dell’Egitto con la Libia e dalla costa mediterranea della Libia, affermano i diplomatici. Dal 1 gennaio al 28 ottobre quest’anno 16.413 migranti arrivati in barca in Italia si sono dichiarati egiziani, il che li rende il secondo gruppo più numeroso dietro i tunisini, secondo i dati pubblicati dal ministero dell’Interno italiano. Nel 2021 più di 26.500 egiziani sono stati fermati al confine libico, secondo il documento della Commissione Ue. È poi probabile che l’Egitto sperimenterà “flussi intensificati” di migranti a medio e lungo termine a causa dell’instabilità regionale, dei cambiamenti climatici, dei cambiamenti demografici e della mancanza di opportunità economiche, si legge nel documento.

Il documento della Commissione Ue riporta che fino ad oggi l’Egitto ha affrontato la migrazione irregolare “prevalentemente da una prospettiva di sicurezza, a volte a scapito di altre dimensioni della gestione della migrazione, compresa la protezione basata sui diritti di migranti, rifugiati e richiedenti asilo”. Il programma di cooperazione europeo cercherà di sviluppare la capacità del ministero della Difesa egiziano e di altre parti interessate del governo e della società civile di applicare “approcci basati sui diritti, orientati alla protezione e sensibili al genere” nella gestione delle frontiere, afferma. Secondo la Commissione, il denaro che l’Egitto riceverà fa parte di un piano di sviluppo per sostenere la ricerca e il salvataggio dell’Egitto e la sorveglianza delle frontiere sia ai confini terrestri che marittimi, in particolare con Libia Sudan.

I diritti dei migranti che transitano dalla Libia per raggiungere l’Europa è nuovamente al centro anche del dibattito italiano in queste settimane. Se il nuovo governo in carica a Palazzo Chigi non interverrà entro il 2 novembre si rinnoverà automaticamente per i prossimi 3 anni il memorandum d’Intesa Italia-Libia, grazie al quale il nostro Paese fornisce sostegno alla guardia costiera locale. L’accordo, secondo le tante Ong che ne chiedono la fine “ha avuto conseguenze drammatiche negli ultimi cinque anni sulla vita di migliaia di donne, uomini e bambini migranti e rifugiati”.

Dal 2017 a ottobre 2022, quasi 100.000 persone sono state intercettate in mare dalle guardie costiere libiche e riportate con la forza in Libia, un Paese che non può essere considerato sicuro. Le Ong, che hanno protestato in piazza nei giorni scorsi, chiedono anche di “fare luce sulla gestione dei fondi europei che finanziano le guardie costiere libiche”.

Condividi

Altre letture correlate: