di Claudia Volonterio
Nel lido della capitale della Somalia, Mogadiscio, la situazione rifiuti è diventata allarmante: enormi quantità di sacchetti di plastica, barattoli di latta, pacchetti di patatine e molto altro, sparsi sulla spiaggia mettono in pericolo una delle attrazioni più famose della capitale, oltre a contribuire a danneggiare l’oceano, sempre più invaso da rifiuti. Da ormai un anno, ogni venerdì, un ampio numero di volontari locali e dall’estero si sono messi in prima linea in un’operazione di riqualificazione e pulizia delle spiagge della città.
I rifiuti oceanici sono una piaga per l’ambiente che costa molto in termini ambientali ed economici. Nel mondo sono otto milioni le tonnellate di rifiuti di plastica prodotti ogni anno e gli oceani stanno diventando ormai dei veri e propri bidoni della spazzatura. Fare luce su questo è importante e urgente, un tassello non indifferente di un più ampio problema globale di cui si sta discutendo, tra i vari argomenti, alla Cop27, la 27a Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in corso in questi giorni a Sharm El-Sheikh.
Di fronte alla realtà di ciò che i rifiuti oceanici significano per la vita marina del mondo e le comunità locali, i membri dello staff di CTG Charlene Gichuru e Iman Shawwa da ormai un anno si sono offerti volontari per la pulizia delle spiagge pianificata dalle Nazioni Unite nel MIA (Aeroporto Internazionale di Mogadiscio) rinunciando al loro fine settimana per una causa più importante. A loro si sono affiancati circa cinquecento volontari, un’iniziativa che ha coinvolto sia somali che la comunità internazionale. “Ho sempre voluto far parte di una pulizia della spiaggia. È incredibile che solo ora ci stiamo rendendo conto di quanti danni la plastica provoca alle creature marine e all’oceano: così tanta vita viene persa a causa dei rifiuti. Di recente ho visto la foto di una balena spiaggiata che era morta a causa della quantità di plastica che aveva ingerito. È straziante e non dovrebbe essere accettabile”, ha commentato Charlene Gichuru, Account Manager CTG, Somalia. Il loro lavoro è stato ampiamente documentato dal settimanale sudafricano The Continent.
Lido Beach è una delle attrazioni più famose della capitale, messa in pericolo dall’ingente quantità di spazzatura delle migliaia di visitatori che si presentano ogni giorno per godersi la sua bellezza paesaggistica. Ma, il problema dei rifiuti non interessa solo la Somalia. I rifiuti raccolti infatti non sono solo quelli somali, ma alcuni provengono dal Kenya e dalla Tanzania, giunti via mare fino alle coste di Mogadiscio.
In una sola ora, riporta il sito dell’organizzazione, si possono raccogliere più di due tonnellate di rifiuti. Una volta recuperati questi vengono trasferiti in un impianto che si occupa di riciclarli. Un piccolo contributo che, se portato avanti con il tempo e la costanza, può raggiungere importanti risultati.