Kenya, sì al dispiegamento di soldati nell’est della Rdc

di claudia
soldati keniani in Somalia

di Valentina Giulia Milani

Il parlamento keniano ha approvato il dispiegamento di 903 soldati nell’est della Repubblica Democratica del Congo, per partecipare alla forza regionale annunciata a giugno dalla Comunità degli Stati dell’Africa orientale. La forza ha il compito di combattere i gruppi armati attivi nella regione, in particolare l’M23, che la scorsa settimana ha conquistato altre porzioni di territorio. Ma – come riferisce Radio France Internationale (Rfi) – i parlamentari sono indignati per il fatto che Nairobi sia coinvolta in una “guerra per procura”.

I dubbi riguardano, innanzitutto, il costo della missione: il ministero della Difesa lo stima in 37 milioni di euro per un primo dispiegamento di sei mesi, poi tra i 45 e i 50 milioni di euro all’anno se la missione viene prolungata. Alcuni eurodeputati ritengono che si tratti di una misura eccessiva, visto che l’esercito è già impegnato in Somalia da più di 10 anni e per un Paese la cui economia è stata duramente colpita dalla siccità. Tuttavia, il Kenya sta discutendo nella speranza che i suoi partner – in particolare le Nazioni Unite – accettino di pagare una parte di questo importo.

Dal rapporto parlamentare redatto dopo l’audizione del ministro della Difesa di lunedì scorso citato da Rfi si apprende anche che i soldati keniani dovrebbero operare a Rutshuru e Kiwanja, aree conquistate dai ribelli dell’M23 da fine ottobre. Secondo le Nazioni Unite, dal 20 ottobre almeno 188.000 persone sono fuggite dai loro villaggi e almeno altre 16.500 si sono rifugiate in Uganda.

Secondo quanto riportato da Rfi, alcuni parlamentari hanno espresso preoccupazione per il fatto che l’esercito keniano sarebbe stato coinvolto nella Rdc orientale, una regione che è stata teatro di “guerre per procura”, e che il rischio sarebbe stato “aggravato” dal fatto che le forze keniane “saranno dispiegate insieme alle forze del Ruanda e dell’Uganda, Paesi con noti interessi acquisiti nella Rdc orientale”.

In risposta, il ministro della Difesa ha sottolineato gli sforzi diplomatici in corso all’interno della Comunità degli Stati dell’Africa orientale (Eac), che dovrebbero “prevenire” qualsiasi rischio di “guerra per procura”.

Il 20 ottobre, l’M23 ha lanciato un’offensiva contro l’esercito congolese. Gli insorti avevano deposto le armi nel 2013 per poi riprenderle nel dicembre 2021. Inoltre, più di 137.000 persone, sfollate con la ripresa dei combattimenti, sono state costrette a tornare alle loro località originarie nelle zone sanitarie di Rutshuru e Rwanguba (territorio di Rutshuru). “I movimenti di popolazione rimangono dinamici e si evolvono in base al contesto di sicurezza”, ha precisato l’Ocha.

Nonostante le restrizioni di movimento, gli operatori umanitari continuano a fornire assistenza ai nuovi arrivati, quando la sicurezza lo consente. Le esigenze rimangono elevate in tutti i settori, tra cui cibo, alloggi, articoli per la casa e assistenza sanitaria.

Secondo l’Ocha, i partner umanitari stanno lavorando per aggiornare il piano di risposta per rispondere a queste nuove esigenze. A questo proposito, l’appello delle Nazioni Unite per la Rdc, pari a 1,9 miliardi di dollari nel 2022, ha ricevuto 762 milioni di dollari. Secondo le Nazioni Unite, si tratta di un deficit di finanziamento di 1,1 miliardi di dollari. 

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