Il ministro dell’Energia zambiano, Peter Kapala, ha dichiarato che in Zambia saranno applicate sei ore di interruzione giornaliera dell’energia elettrica a partire dal 15 dicembre. Una misura messa a punto a causa della crisi energetica ha colpito lo Zambia e lo Zimbabwe in seguito alla riduzione del livello dell’acqua nella diga di Kariba.
“L’autorità del fiume Zambesi ha chiesto allo Zambia di ridurre la produzione a 800 MW da una capacità installata di 1080 MW, mentre allo Zimbabwe è stato chiesto di ridurre la produzione a 300 MW da 600 MW. Se l’attuale produzione di energia e il conseguente utilizzo dell’acqua continueranno, l’acqua rimanente per la produzione di energia a Kariba non sarà sufficiente per la produzione di energia oltre la metà di dicembre del 2022”, ha dichiarato Kapala.
In una dichiarazione ministeriale al Parlamento della capitale Lusaka Kapala ha affermato che il secondo produttore di rame dell’Africa ricorrerà alle importazioni di energia dal Southern African Power Pool (Sapp) e al completamento di nuove infrastrutture, diversificando al contempo il mix energetico per attenuare il deficit.
“Attualmente lo Zambia esporta 400 MW al Sapp in base ad accordi bilaterali e questo dovrà continuare nonostante il deficit perché l’intera regione è in crisi energetica”, ha aggiunto Kapala.
La stampa locale ricorda che lo Zambia ha vissuto la peggiore crisi energetica nel 2015/16, quando il Paese ha sperimentato almeno otto ore di interruzione del carico giornaliero. Come intervento, il Paese ha fatto ricorso all’importazione di energia da diverse fonti, tra cui la nave Karpowership della Türkiye che attracca al porto del Mozambico. Lo Zimbabwe, invece, dovrebbe affidarsi alla centrale termica di Hwange come alternativa.