Più di 390.000 persone sono sfollate a causa del persistente conflitto armato tra l’attore non statale Movimento del 23 marzo (M23) e l’esercito, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc). Lo ha fatto sapere ieri l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) tramite una nota nella quale viene precisato che la maggior parte degli sfollati (53%) rimane presso le comunità locali ospitanti, “mettendo a dura prova le già scarse risorse e aumentando l’insicurezza alimentare”.
Nonostante l’accesso sia ostacolato, le organizzazioni umanitarie continuano a fornire assistenza agli sfollati, raggiungendo finora 130.000 persone. Secondo la dichiarazione, l’attenzione si concentra su ripari d’emergenza, cibo, salute, acqua, igiene e protezione, oltre che sull’istruzione nelle emergenze.
Nel frattempo, un totale di 91.000 congolesi hanno cercato asilo nella vicina Uganda dall’inizio dell’anno, il che continua a mettere a dura prova la capacità di accoglienza e protezione di Kampala.
