Partita da Genova la nave di Emergency per prestare soccorso nel Mediterraneo

di claudia

Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) dal 2014 ad oggi sono oltre 20.000 le persone morte o scomparse nella rotta del Mediterraneo centrale. Per prestare soccorso a chi ne ha bisogno è salpata dal porto di Genova la nave Life Support di Emergency con un equipaggio di ventotto persone tra medici, infermieri ed equipe specializzata. “A bordo” anche il cantautore Daniele Silvestri e l’artista street artist Tvboy che ha disegnato sulla nave il murales “Emerge” (nella foto).

È salpata nei giorni scorsi dal Porto di Genova per la sua prima missione la nave Life Support di EMERGENCY, diretta nelle acque del Mediterraneo Centrale. La nave rinnova l’impegno dell’associazione verso chi non vede riconosciuti né tutelati i propri diritti, primo tra tutti il diritto alla vita. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) dal 2014 ad oggi sono oltre 20.000 le persone morte o scomparse nella rotta del Mediterraneo centrale, ovvero una media di sei persone al giorno. Solo nel 2022 sono oltre 1.300 le persone che hanno perso la vita o che risultano disperse nella rotta migratoria più pericolosa al mondo.

“Che una persona perda la vita sotto le bombe in Ucraina, nelle strade di Kabul o tra le onde del Mediterraneo, per noi non fa differenza: è sempre una persona che muore ingiustamente – afferma Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY–. Per anni lo staff di EMERGENCY ha prestato servizio sulle navi umanitarie di altre ONG, contribuendo a salvare migliaia di esseri umani. Oggi, dopo mesi di lavoro, andiamo in mare con una nostra nave, la Life Support, per ribadire il nostro impegno per il diritto alla vita per tutti”.

“La Life Support interviene in un luogo considerato come la frontiera più pericolosa per i migranti, sia per numero di morti sia di persone disperse – afferma Pietro Parrino, direttore del Field Operations Department di EMERGENCY –. È il nostro modo di continuare a fare la nostra parte, ricordando che il soccorso in mare è un obbligo previsto dal diritto del mare ma anche un obbligo morale”. In supporto del nuovo progetto di EMERGENCY anche due artisti, il cantautore Daniele Silvestri e lo street artist Tvboy.

“Una nave in mezzo al mare: un’immagine semplice e potentissima, ma anche l’unica che riesce a mettere insieme due emozioni opposte: la più grande speranza e la più grande disperazione” – sono le parole di Daniele Silvestri nel video Le Navi, realizzato a bordo della nave Life Support. Nel video il cantautore, accompagnato dal fagotto di Marco Santoro, fa riferimento alla disperazione dei migranti che rischiano la propria vita per arrivare in Europa ed esprime la speranza che “navi come questa possano intercettare le storie dei migranti prima che scompaiono sotto queste onde. E questa speranza è forse la più giusta, ed è un dovere.”

Sulla tuga della Life Support l’opera dell’artista Tvboy. L’esponente del movimento della Street Art ha voluto esprimere il proprio supporto ai naufraghi che lì saranno accolti e all’equipaggio della nave realizzando l’opera EMERGE – un murales di 3×2 mt che rappresenta due braccia che si afferrano tra le onde.

L’artista Tvboy realizza l’opera “Emerge”

Sulle murate della nave, è scritta la frase di Gino Strada, chirurgo e fondatore di EMERGENCY: “I diritti sono di tutti, altrimenti chiamateli privilegi”, che riassume la filosofia che ispira questo progetto.

La nave, lunga 51,3 mt e larga 12 mt, può arrivare ad accogliere fino a 175 naufraghi, oltre al personale di bordo. Il team della Life Support è composto da un totale di 28 persone, di cui 9 marittimi e 19 dello staff EMERGENCY. In particolare il team sanitario è formato da due infermieri, un medico e due mediatori culturali, con esperienza nei progetti EMERGENCY in Paesi come Italia, Libia, Yemen, Afghanistan.

Una volta soccorsi, i superstiti verranno sottoposti a un triage sanitario durante il quale riceveranno un codice a seconda del quale verranno accompagnati in ambulatorio, sul main deck, in osservazione, sulle panche limitrofe o nella zona di accoglienza all’aperto.

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