Il ministro maliano degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha reso noto ieri sera di aver dichiarato “persona non grata” Guillaume Ngefa-Atondoko Andali, direttore della Divisione diritti umani della Missione integrata multidimensionale delle Nazioni unite per la stabilizzazione del Mali (Minusma). Lo riporta una nota ufficiale.
Secondo il ministero “questo provvedimento fa seguito alle azioni destabilizzanti e sovversive del signor Andali, in flagrante violazione dei principi e degli obblighi che devono essere osservati dai funzionari delle Nazioni unite e da qualsiasi diplomatico accreditato in Mali, in conformità con le pertinenti convenzioni internazionali” . Andali dovrà lasciare il territorio del Mali entro 48 ore.
“Durante le varie sessioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite sul Mali, le azioni del signor Andali sono consistite nel selezionare usurpatori e dando loro il titolo di rappresentanti della società civile maliana, ignorando le autorità e le istituzioni nazionali” spiega il ministero nella nota ufficiale.
Nel luglio dell’anno scorso, con un provvedimento simile, il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale del Mali aveva concesso 72 ore a Olivier Salgado, portavoce della Minusma, per lasciare il territorio nazionale. La diplomazia maliana aveva spiegato che “questo provvedimento fa seguito a una serie di pubblicazioni tendenziose e inaccettabili” che Salgado avrebbe pubblicato su Twitter in cui avrebbe dichiarato “senza alcuna prova che le autorità maliane sarebbero state preventivamente informate dell’arrivo del 49 Soldati ivoriani in volo civile all’aeroporto internazionale presidente Modibo Keita, il 10 luglio 2022”.
Con un provvedimento simile inoltre, pochi giorni prima di Natale, le autorità di Transizione del Burkina Faso, con cui il Mali ha annunciato la scorsa settimana di volersi federare, hanno dichiarato “persona non-grata” la coordinatrice delle Nazioni unite nel Paese, Barbara Manzi, accusata di avere avuto contatti con i gruppi terroristici per avere l’accesso alle aree del Paese non controllate dal governo.