Più di 60mila somali, soprattutto donne e bambini, sono fuggiti nelle ultime settimane nella regione somala dell’Etiopia per sfuggire agli scontri e all’insicurezza nella città di LasAnod, nella regione di Sool, in Somalia. Esausti e traumatizzati, sono arrivati con pochissimo, prendendo con sé solo quello che potevano portare. A sostenerlo è l’Unhcr, agenzia Onu per i rifugiati secondo la quale molte persone hanno venduto i propri averi per potersi pagare il viaggio per mettersi in salvo e molti hanno perso persone care negli scontri o sono stati separati durante la fuga.
Le famiglie si sono temporaneamente stabilite in più di 13 località nelle città di Bookh, Galhamur e Danot Woredasiin nella zona di Doolo nella regione somala dell’Etiopia. In un’area estremamente remota e con una presenza umanitaria limitata, le comunità locali di Doolo hanno accolto con generosità i rifugiati, condividendo le loro risorse. Ma queste si stanno rapidamente esaurendo poiché, ogni giorno, una media di mille persone continua ad entrare in Etiopia. I rifugiati sono ospitati in alcune delle aree del Paese più colpite dalla siccità e dall’impatto del cambiamento climatico, dopo cinque fallite stagioni delle piogge consecutive, dove le risorse sono già esaurite.
Molte famiglie di rifugiati, secondo quanto riporta il sito Addis Standard, si sono installate in scuole e altri edifici pubblici, mentre altre non hanno altra scelta che dormire all’aperto. L’Unhcr ha dichiarato che c’è urgente bisogno di cibo e supporto nutrizionale, di acqua e strutture igienico-sanitarie, nonché di supporto specializzato per persone con bisogni specifici.
In risposta a questo afflusso improvviso, l’Unhcr sta collaborando con i servizi per i rifugiati e i rimpatriati del governo etiope (Rrs) e le autorità regionali, insieme ai partner delle Nazioni Unite e delle Ong, istituendo centri di accoglienza temporanei e fornendo aiuti salvavita immediati. Articoli di primo soccorso, tra cui coperte, taniche, secchi, set da cucina, teli di plastica e zanzariere, sono già stati distribuiti a oltre mille famiglie vulnerabili, ma l’Unhcr intende raggiungere altre 9.000 famiglie nei prossimi giorni.
All’arrivo, i rifugiati vengono sottoposti a screening medico e sono registrati prima del trasferimento nelle comunità circostanti o in siti designati. La registrazione formale sarà condotta in una fase successiva che fornirà dati sulla popolazione più accurati.
All’interno della Somalia, più di 185.000 persone sono state sfollate dalla città di LasAnod e dalle aree circostanti dall’inizio di febbraio. Secondo le autorità locali, le famiglie sfollate si sono stabilite in 66 siti all’interno del Somaliland, mentre altre hanno attraversato la regione del Puntland nel nord della Somalia e altri villaggi al confine con l’Etiopia.
Foto di apertura: Jiro Ose, Licenza Creative Commons